La Voce della Città Metropolitana

Medici di base pronti alla lotta: vogliono poli-ambulatori integrati

Il Dott. Maurizio Scassola, segretario generale Veneto Fimmg fa il punto sulla situazione attuale e illustra come sarà se la Regione darà ascolto ai medici di base

Non è stato un anno facile per i medici di base di tutta Italia e del Veneto. Reduci da due anni in piena emergenza Covid, che loro raccontano di aver vissuto in un particolare stato di stress dove ricevevano almeno 1000-1500 telefonate al giorno.

I medici di base puntano ad organizzare il lavoro in poli-ambulatori integrati

Puntano a riorganizzare il loro lavoro in poli-ambulatori integrati, in modo da poter sostituire il lavoro che solitamente svolge il medico di base singolarmente. La regione ha accettato di aprire un confronto e il Dott. Maurizio Scassola presidente della Fimmg Veneta è venuto nei nostri studi per spiegarci cosa intendono chiedere al Presidente Luca Zaia.

Le parole del segretario generale Veneto Fimmg, il Dott. Maurizio Scassola

Le parole del segretario generale Veneto Fimmg, il Dott. Maurizio Scassola: “Grazie del tempo che ci dedicate, il problema di questo tempo è proprio gli investimenti sulla medicina generale. Abbiamo ormai una situazione insostenibile che colpisce contemporaneamente noi ed i pazienti che abbiamo le stesse esigenze in questa fase di sofferenza.

Il modello organizzativo e  il modello dell’accoglienza della popolazione vanno cambiati, perchè i bisogni sono sempre più complessi e la numerosità degli stessi sta aumentando in maniera esponenziale. Noi non possiamo continuare a lavorare e ad accogliere le persone che curiamo con modelli che ormai datano da 30-40 anni.

Il punto centrale della nostra esistenza è il rapporto con le persone. Se noi non riusciamo a dialogare ed ascoltare le persone il nostro lavoro decade, il problema che noi poniamo in questo momento è l’organizzazione.

Ogni medico di medicina generale e la sua  popolazione deve essere protetta da un’organizzazione che prevede la presenza di: infermieri; personale amministrativo, l’accoglienza di segreteria. Senza questa organizzazione noi non possiamo assicurare risposte; ascolto e una dignitosa organizzazione del lavoro che vuol dire qualità di vita per noi e per le persone che curiamo.

I tempi non sono di certo quelli fortunati, visto che anche nella finanziaria non è stato previsto niente per la medicina generale. I medici di famiglia sono considerati imprese a livello europeo ma, quando andiamo a leggere leggi finanziarie e andiamo a vedere quali sono i sostegni economici per l’attività imprenditoriale dei medici è 0.

Ambulatori a luci spente

Per questo motivo il 15 dicembre abbiamo fatto l’ambulatorio a luci spente, solo con una candela per dire che la “candela” si sta esaurendo, siamo arrivati al “moccolo” e questo simbolo mediatico della sofferenza della medicina ci accompagnerà nei prossimi mesi.

Crediamo di aver bisogno di un gran livello di comunicazione ma, non solo con la stampa ma soprattutto con i nostri pazienti che riconosciamo essere in grave sofferenza nei nostri confronti perchè abbiamo delle grandi difficoltà di ascolto; di ricevere le telefonate; di dare risposte.

Facciamo di tutto, i nostri studi non sono aperti soltanto 2-3 ore al giorno ma, sono aperti moltissime ore al giorno e il nostro lavoro continua anche a casa con le mail e whatsapp, dobbiamo sforzarci anche noi per far capire le nostre sofferenze.”

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