La Voce della Città Metropolitana

Marco Zennaro di nuovo arrestato: parla il fratello Alvise

Marco Zennaro ieri è stato liberato dalla prigione nel Sudan ma è stato ricatturato subito dopo. Maria Stella Donà intervista Alvise Zennaro, fratello di Marco.

Sono ore di angoscia per la famiglia di Marco Zennaro che ha trascorso un’altra notte nella cella da incubo in Sudan dopo che era stato rilasciato e dove è rinchiuso dal 18 marzo scorso. Sabato 29 da Punta della Dogana partirà un appello dal mondo sportivo della città a cui Marco è molto legato. Il fratello Alvise sta continuando il tam tam mediatico pe la liberazione del fratello. Lo abbiamo intervistato.

Che notizie avete di Marco Zennaro?

“Ieri è stato rilasciato e poi subito riportato dentro, stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Probabilmente si tratta della stessa persona.

Ci è arrivato un comunicato da Attorney General dove vengono cancellate le accuse ma oggi è ancora lì”.

È il terzo arresto perché il primo era ai domiciliari

“Sì, aveva pagato un riscatto all’inizio poi raggiunto un accordo una terza parte voleva altri soldi. È stato in carcere 60 giorni in condizioni igienico-sanitarie pessime, poi l’incubo sembrava finito ma purtroppo la caduta delle accuse non è bastato”.

I 400.000 son stati spesi come riscatto non perché si ritenesse colpevole

“Era un accordo commerciale fra due società”.

Tra l’altro il suo partner, che poteva testimoniare, è stato trovato morto nel Nilo

“La situazione è un incubo e cerchiamo di risolverla il prima possibile. L’ambasciatore della Farnesina sta cercando di darci una mano. Quando abbiamo saputo di questo ritrovamento abbiamo preso paura.”

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio andrà in Sudan nei prossimi giorni?

“Non so cosa stia facendo il Ministro in persona ma abbiamo sentito la Farnesina e stanno facendo molto”.

Com’è nato il rapporto con il Sudan?

“È nato tanti anni fa, più precisamente 25. Mio padre è più volte andato là. C’è sempre stato un ottimo rapporto. Non so se avremo ancora a che fare con il Sudan, è presto per dirlo. Sicuramente si tratta di un episodio totalmente inaspettato, soprattutto trattandosi di trasformatori elettrici, qualcosa di non pericoloso”.

È una questione personale, c’è qualcuno di potente che cerca di fermarlo?

“È una persona molto potente che ha dalla sua parte un sistema che piò controllare a suo piacere. In base alla sua volontà può imprigionarlo come rilasciarlo”.

Suo fratello ha problemi fisici come patologie?

“Mio fratello è forte, è uno sportivo, ha giocato a lungo a rugby, ma dopo 60 giorni nelle condizioni in cui è costretto a vivere comincia a cedere”.

La città ha trovato il modo giusto per stare vicino a Marco?

“Assolutamente sì. C’è stata una risposta immediata da tutte le associazioni sportive, in primis dalla squadra calcistica del Venezia. Durante l’intera partita, infatti, è stato appeso uno striscione per lui. La Reyer voleva fare lo stesso, idem realtà nel mondo del rugby e altrove”.

Come mai la notizia è esplosa solo adesso?

“L’ambasciata è a conoscenza della vicenda fin da subito. Hanno sempre fatto di tutto e stanno provando anche adesso dando il massimo. È chiaro che la questione è molto delicata e quindi, per tutti questi giorni, abbiamo preferito evitare”.

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