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Cna Veneto: “2023 anno nero per il Made in Italy”

Il settore moda, in crisi, rischia perdite significative nel Made in Italy. Mattero Ribon della Cna Veneto chiama a urgenti misure di sostegno

Il settore della moda, in particolare il calzaturiero, la pelletteria e il tessile, sta attraversando una grave crisi dall’anno scorso. Questo impatta pesantemente sul Made in Italy, con la pandemia, il conflitto in Ucraina e Medio Oriente, e le difficoltà nei trasporti nel Mar Rosso, come osservato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola media impresa del Veneto, la Cna.

Grave crisi nel settore moda e forti impatti sulla filiera del Made in Italy

A livello nazionale, si osservano fermi produttivi significativi, mancanza di prospettive di ripresa e un aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali.

Il Veneto ha visto un aumento del +63% nelle richieste di cassa integrazione per PMI, con 13.661.035,34 euro, e un +119% nel settore delle pelli, del cuoio e delle calzature (14.419.232,22 euro), oltre a un +39% nel tessile/abbigliamento rispetto al 2022. È evidente la necessità urgente di misure di sostegno, utili a fronteggiare questa situazione critica.

La voce di Mattero Ribon, Segretario Cna Veneto

Mattero Ribon, Segretario della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola media impresa del Veneto (Cna): “Rischiamo di perdere il nostro Made in Italy, il settore della moda sta soffrendo. Si parla di 9,500 aziende manifatturiere del Veneto per 100.000 addetti per un totale di 18 miliardi di fatturato. È un settore vivace e importante che si differenzia nel campo del tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria. Il settore in questo momento sta soffrendo in maniera importante perchè la cassa integrazione è aumentata del 63% rispetto al 2022.”

“Tutto questo deve essere affrontato in un tavolo istituzionale che deve essere stabilito a livello regionale per spingere anche il Ministero a muoversi immediatamente per salvaguardare la filiera del Made in Italy che è fatta di competenze manuali, di ricambio generazionale necessario e soprattutto di un valore dal punto di vista manifatturiero che va preservato.”

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