Cultura e Spettacolo

Chiesa di San Pantalon: avanguardia di arte, architettura e restauro

Un viaggio alla scoperta dei segreti del soffitto della chiesa di San Pantalon

La chiesa di San Pantalon a Venezia conserva il dipinto più grande al mondo a olio su tela realizzato all’interno di una chiesa. Una delle opere più iconiche della storia dell’arte considerata un’avanguardia dal punto di vista pittorico, architettonico e del restauro.

Martirio di San Pantalon

77 tele poste l’una accanto all’altra, 443 metri quadrati di dipinto e vent’anni di lavoro. Un progetto complesso e innovativo che dona a Venezia, a 1600 anni di distanza dalla sua fondazione, un primato molto importante.

Il vastissimo “Martirio di San Pantalon” che adorna il soffitto dell’omonima chiesa veneziana è stato realizzato tra il 1680 e il 1704 da Gian Antonio Fumiani. Fumiani è riuscito a creare un’opera dove l’arte si sposa perfettamente con l’architettura nella quale si inserisce, dando vita ad un racconto univoco della vita e del martirio del santo di Nicomedia.

Unità di stile

“Quella di San Pantalon è una chiesa il cui 90 percento delle opere appartiene alla seconda metà del Seicento e, quindi, conserva un’unità di stile che si è mantenuta pressoché inalterata negli anni.

Questa chiesa è famosa per il suo soffitto, che io consiglio di osservare di sera per goderne meglio i dettagli e i chiaroscuri. Il suo autore, Gian Antonio Fumiani è sepolto in questa chiesa anche se non sappiamo dove.

Sono tantissimi i visitatori attratti dal primato di quest’opera più che dalla chiesa in sé anche se, una volta entrati, non possono fare a meno di notare la bellezza dell’intera chiesa e restarne affascinati” ha affermato Piero De Fina, custode e guida ufficiale della Chiesa di San Pantalon.

Soffitto di San Pantalon: dettagli ignoti ed errori di valutazione

La storia del soffitto della chiesa di San Pantalon subisce una svolta decisiva nel 1971 quando, grazie al restauro dell’opera, a cura di Stefano Volpin e del suo staff, vengono alla luce alcuni dettagli sulla storia della realizzazione del dipinto da parte di Fumiani e alcuni suoi errori di valutazione.

Durante il restauro del dipinto, infatti, si scoprì che Fumiani, aveva lavorato alle 77 tele a terra. Una volta posizionato il dipinto sulla struttura in legno del soffitto della chiesa si era accorto, però, che le tele non aderivano perfettamente allo spazio curvo e necessitavano di un legame tra loro.

Opera in continuo movimento

L’artista, non aveva considerato un altro elemento importante. Il dipinto aveva la capacità di modellarsi a seconda del clima veneziano, gonfiandosi e ritraendosi a causa dell’eccessiva umidità o dell’eccessivo calore e subendo così costanti modifiche.

Questo faceva sì che l’opera fosse in continuo movimento, in continua mutazione e soggetta non solo all’usura data dallo scorrere del tempo ma anche alle variazioni meteorologiche come fosse una seconda pelle della chiesa che reagiva al freddo, al caldo, all’umidità o alla secchezza.

Il pittore, allora, decise di staccare di nuovo il dipinto, tornare a lavorarci da terra e riposizionarlo in un secondo momento solo dopo aver utilizzato dell’adesivo per coprire gli spazi vuoti, su cui poi aveva ridipinto sopra, e della colla per far aderire perfettamente le tele alla struttura in legno che doveva sostenerle.

Poi, per fissare il dipinto al supporto ed evitare che subisse i rigonfiamenti dovuti all’umidità Fumiani decise di posizionare dei grandi chiodi su cui aveva ridipinto sopra rendendo, così, omogenea la visione del dipinto dal basso.

I segni del tempo

Se con questo intervento dell’artista il difetto degli spazi vuoti tra le tele e della perfetta adesione del dipinto sul soffitto era stato risolto, nel corso degli anni venne a crearsi un altro problema a cui lo stesso Fumiani non aveva pensato.

Questo problema venne alla luce solo quando i segni del tempo iniziarono a mostrarsi, in modo chiaro, sull’opera spingendo i restauratori, nel 1971, a intervenire.

Il dipinto sul soffitto della chiesa di San Pantalon, negli anni, iniziò a staccarsi dalla sua struttura. La colla utilizzata da Fumiani venne mangiata completamente dai tarli. Il dipinto si separò così dalla sua base, sorreggendosi solo grazie ai chiodi che il pittore aveva utilizzato nel suo secondo intervento sull’opera.

Anche i pezzi di adesivo che l’artista aveva utilizzato per coprire gli spazi vuoti tra una tela e l’altra iniziarono a staccarsi. Cederono a penzoloni dal soffitto della chiesa.

Il restauro del dipinto: un lavoro all’avanguardia

Si è intervenuti sulla struttura operando su un enorme ponteggio posizionato all’interno della chiesa. Eliminati i chiodi e i pezzi di adesivo che si erano staccati dal soffitto. Rifatto interamente il supporto in legno che, a differenza delle tele, che erano ancora in buono stato, non era più recuperabile.

Con la tecnologia moderna furono preparati dei fogli di compensato, in alcuni punti lisci, in altri sagomati. Crearono così guscio su cui incollare le tele. A quel punto, essendo la struttura portante una superficie perfetta, non servivano più ulteriori supporti come le fasce adesive e i chiodi.

Chiesa di San Pantalon: armonia tra arte e architettura

L’immenso dipinto di Fumiani, grazie a questo restauro, è ancora più bello di quello che vedevano i veneziani in passato.

Un piccolo tesoro nascosto dove, dietro la bellezza delle figure, dietro i chiaroscuri e dietro quell’armonia tra arte e architettura si nasconde una grande opera d’ingegno e un lavoro incredibile che ancora oggi continua a raccontare la sua storia.

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