Servizi Cronaca

La prima centrale elettrica di nuova generazione

Marghera si aggiudica la prima centrale termoelettrica di nuova generazione in Italia in grado di funzionare anche ad idrogeno. Ci sono voluti 4 anni e 400 milioni di euro e stamane c'è stato il taglio del nastro

Taglio del nastro oggi a Marghera per l’inaugurazione della prima centrale elettrica di nuova generazione costruita in Italia. L’impianto, realizzato da Edison e Ansaldo Costruzioni, continuerà ad andare a gas. Anche se consente di abbattere le emissioni per il 70% ed è predisposto per funzionare al 50% ad idrogeno.

La parola agli ingegneri

Nicolò Zaccone, Responsabile tecnologie termomeccaniche: “La GT36 è tecnologicamente pronta all’utilizzo di idrogeno, fino al 50% della sua portata di combustibile. Questo potrà garantire in futuro un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2”

Marino Radici, ingegnere, responsabile ingegneria di manutenzione: “Una peculiarità adottata è il sistema di abbattimento degli ossidi di azoto, il famoso SCR, che consentirà di ridurre l’emissione al camino fino al 70% rispetto al parco nazionale. Tutte queste tecnologie adottate all’unisono portano l’impianto di Marghera Levante a contribuire in maniera sostanziale verso un futuro di energia più pulita e più sostenibile”.

La centrale elettrica

Il nuovo impianto d Marghera è il risultato di un intervento di ammodernamento della centrale elettrica pre-esistente, realizzata nel 1964 e costantemente rinnovata nelle tecnologie. Tanto da divenire, nel 1992, il primo ciclo combinato a gas naturale realizzato in Italia. I lavori di cantiere hanno avuto una durata complessiva di 4 anni, impiegando fino a mille maestranze durante le fasi di picco e 250 imprese fornitrici. Un investimento complessivo di circa 400 milioni di Euro.

Paolo Parolini, ingegnere, responsabile della centrale di Marghera levante: “Una delle maggiori sfide che ha portato con sé questo progetto è stata la demolizione dei vecchi impianti, alcuni dei quali risalenti al 1964, durante la realizzazione dei nuovi. Mentre noi continuavamo a garantire la fornitura elettrica a vapore ai nostri clienti”.

La flessibilità dell’impianto

Il modello della nuova centrale, GT36, ha la grande caratteristica di essere flessibile. Può essere avviato in due ore e può modificare i quantitativi di produzione velocemente, adattandosi all’arrivo mai costante delle energie da fonti rinnovabili.

Filippo Di Grande, ingegnere, ingegnere di processo: “La GT-36 è una turbina in grado di variare la propria produzione con rampe tali da soddisfare il bisogno di picco di 150mila famiglie con soli 4 minuti di preavviso. Caldaia, turbina a vapore e tubazioni sono stati pensati per assecondare la velocità di avviamento della turbina a gas. L’intero impianto si potrà riavviare da qualunque condizione in meno di due ore. L’elevata flessibilità è fondamentale per rispondere alle variazioni di domanda energetica a fronte della sempre maggiore penetrazione di energie rinnovabili che non si possono programmare”.

L’intervento video del ministro dell’ambiente

Il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha inviato un video-commento, spiegando che la centrale rappresenta un nuovo modello energetico.

Pichetto Fratin: “Sicurezza energetica, efficienza, innovazione, tecnologia al servizio della sostenibilità. Sono questi gli elementi essenziali di progetti che, anche grazie al contributo delle istituzioni, devono essere messi a sistema per creare un nuovo modello energetico. Un sistema flessibile e resiliente al servizio del percorso di transizione energetica del nostro paese”.

LEGGI ANCHE: Sergio Lucchi: la centrale termoelettrica dell’Enel

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Disattiva AdBlock per sostenerci

Televenezia ogni giorno mette a disposizione informazioni e contenuti gratuiti. La libertà d'informazione deve essere sostenuta e Televenezia lo fa anche grazie ai banner pubblicitari. Sostienici e disattiva AdBlock