La Voce della Città Metropolitana

Borga, di cosa ha bisogno la Città Metropolitana?

Francesco Borga, ex direttore generale di Confindustria Veneto, riflette sul futuro della Città Metropolitana di Venezia e sulle sue potenzialità

In questa puntata de “La Voce della città Metropolitana” la nostra conduttrice Maria Stella Donà riflette sulle necessità della Città Metropolitana di Venezia con l’ospite Francesco Borga, per anni direttore generale di Confindustria Veneto.

Cosa è la Città Metropolitana

Francesco Borga: “Io vedo due ipotesi di lavoro per il futuro della Città Metropolitana. La prima è quella di darne una completa attuazione: rivedere la legge che l’ha istituita e sapere che ha delle competenze che oggi non le sono ancora state date a pieno che riguardano soprattutto la pianificazione territoriale.”

Questo vuol dire avere un’ipotesi di sviluppo che valorizzi le caratteristiche e le peculiarità del nostro territorio. Ricordiamoci che la Città Metropolitana ha un’estensione di oltre 200 km perchè va da Chioggia a San Michele al Tagliamento. Quindi una serie di realtà e di caratteristiche che ne fanno un unicum anche rispetto alle altre città metropolitane.”

Il ruolo del territorio nel futuro

“Venezia per il futuro ha tutte le peculiarità. Se alcune realtà, tipo Veritas, fossero un patrimonio di tutta la Città Metropolitana noi avremmo una qualità di servizi diffusa e probabilmente anche un risparmio degli interventi che facciamo.”

“Pensiamo, ad esempio, alla possibilità di declinare assieme le potenzialità turistiche delle nostre spiagge e della città di Venezia. Per non dire poi quello che anche Mestre può rappresentare, con una vivacità unica rispetto agli ultimi anni, pensando soltanto ad esempio alle attività del Candiani.”

Borga e l’idea di un futuro per Venezia

“Edward De Bono era quello che ha inventato il pensiero laterale. Ricordo che in un incontro diceva che Venezia aveva delle potenzialità che nessuna zona industriale al mondo aveva. Cioè di unificare una caratteristica peculiare come quella di un centro storico come quello di Venezia e una zona industriale come quella di Marghera.”

“Aveva suggerito una politica di presentazione, di informazione, verso i più grandi big della finanza e dell’industria mondiale, facendo sapere che qui a Venezia c’era la possibilità di gestire una zona industriale e nello stesso tempo di offrire una possibilità di vita nel centro storico. Se questa idea fosse stata riproposta nella recente analisi fatta per INTEL e fosse stato detto agli investitori e agli azionisti di INTEL avremmo una sintesi tra due valori che nessun altro al mondo può oggi proporre.”

“Gli investimenti su Porto Marghera porterebbero un indotto estremamente interessante, completamente diverso da quello che è stato catalizzato negli anni ’80 e ’90. E essenzialmente in linea con lo sviluppo industriale moderno che guarda al futuro.”

Venezia città per vip o per studenti e lavoratori?

“Venezia è una città che consente una qualità di vita a chi ha motivo di viverci e a chi ci lavoro accanto a Venezia che probabilmente in altre parti del mondo non si trova. Questo è un asset che vale la pena di riproporre e di far conoscere. Venezia ha un entroterra che si presta agli investimenti industriali, quindi una sintesi innovativa.”

“Venezia ha bisogno di essere ripopolata. Per ripopolare Venezia c’è bisogno che ci siano delle attività produttive e delle attività di lavoro accanto. Quindi, partendo da queste, noi avremo degli insediamenti di vip, ma molti altri di lavoratori. Questa è stata la vocazione di Venezia, di coniugare questi due elementi. Se poi introduciamo un ulteriore aspetto, che è quello di riproporre Venezia sul piano europeo.”

“Se noi pensiamo alle ultime proposte fatte dal rettore Benno di Architettura che prevede un’ipotesi di insediamento per decine di migliaia di studenti a intuito che ci sono spazi, risorse e ipotesi di intervento che danno spazio a questo tipo di abitazioni.”

Il problema degli alloggi spiegato da Francesco Borga

“Non si può pensare che una cosa esclude l’altra. Una città che avesse decine di migliaia di studenti e rivivacizza un’economia popolare. Migliaia di studenti darebbero alla città un respiro completamente diverso. L’altra ipotesi di avere dei quartieri importanti e delle grandi aziende che dovessero insediarsi a Marghera si sposerebbe, perchè poi la ricerca di spazi è completamente diversa anche in termini quantitativi.”

“Mestre sta già muovendosi verso questa direzione e ha le potenzialità per fare molto altro. D’altra parte sono due realtà di un’unica città che hanno storie e vocazioni diverse. Si sono integrate in passato, oggi necessitano di un’integrazione completamente nuova.”

Le competenze della Città Metropolitana

“L’attuazione della legge va completata. Significa rivendicare le competenze che le riservano che oggi vengono esercitate dalla Regione. Penso, ad esempio, a quella fondamentale: la pianificazione territoriale. La pianificazione territoriale in una città come Mestre e Venezia ha bisogno di idee e regole completamente diverse da quelle di una pianificazione territoriale come quella del Veneto. Necessita di un’autonomia decisionale.”

“La legge sull’istituzione della Città Metropolitana lo dice chiaramente che di fatto questa diventa un’autonomia completa rispetto a quelle che sono le competenze della regione. L’istituzione della Città Metropolitana non è una pura finzione giuridica. è un’istituzione di una realtà con competenze specifiche che le vanno riconosciute e che possono esercitare. Oggi si sta tentando pochissimo di fare questo.”

“Sono convinto che nel momento in cui le regioni dovessero avere una loro autonomia, immediatamente si ripropone il ruolo, altrimenti non ha senso aver istituito le Città Metropolitane.”

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