Accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea: Sivori riflette sui suoi rischi.
In questo periodo si discute sul “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, un accordo commerciale tra UE e mercati americani, basato soprattutto sul settore alimentare. Eduardo Sivori ci fa riflettere sui rischi di questo accordo. I maggiori benefici del settore agroalimentare spetteranno agli USA, in cui il contributo dell’agricoltura sul PIL aumenterà dell’1,9%, mentre quello europeo diminuirà dello 0,8%. Per l’Unione Europea le importazioni saliranno più delle esportazioni. Negli USA i bovini si allevano per la macellazione, in Europa per farne latte e derivati. Il problema di queste importazioni è la differenza delle leggi sull’uso di mangimi modificati geneticamente. Nel settore dei latticini le esportazioni USA ammonteranno a 5,4 miliardi di dollari, quelle europee a 3,7. Le lobby sono più forti della preoccupazione per il cibo che mangiamo: le aziende europee vogliono conquistare il mercato americano e le aziende statunitensi vogliono espandersi in Europa, anche sfondando barriere storiche, come i limiti a prodotti derivati da bovini allevati con ormoni. Fino ad ora la Commissione Europea non ha concesso aperture sul punto, ma la pressione dei gruppi americani è sempre più forte. Legati a tutto ciò vi sono gli interessi dei trasporti: il commercio marittimo costituisce un gigantesco giro d’affari che controlla il 90% delle merci del mondo. Tanto per esemplificare l’impatto di questo tipo di trasporto si pensi che le prime 20 navi producono zolfo in quantità superiore a tutte le automobili del pianeta. Sivori afferma amaramente che non siamo ancora cittadini, ma solo clienti da spremere per far fare la bella vita a pochi furbi, se sapessimo scegliere acquisteremo solo le cose migliori per noi, ma se capissimo saremmo un popolo, cosa che ancora non siamo. In conclusione un appello a favore del pane: il pane non è morto, non è quello fatto con gli ormoni, ma deve essere fatto con il grano e le mani del fornaio.
