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Il Veneto sta cambiando: pochi giovani e formati da internet

L'onda lunga del calo delle nascite ha lambito anche quest'anno le scuole venete dove sono occupati 11mila banchi. L'assessore all'istruzione Donazzan parla di un piano di ridimensionamento dei plessi leggero e rispettoso del territorio. Anche Renzo Mazzaro parte dagli 11 mila assenti ma per dire altro

Sempre meno giovani sul territorio Veneto e l’utilizzo di internet è solo in aumento.

Renzo Mazzaro: “Tra le notizie drammatiche di questa settimana ne pesco una che non viene dalla cronaca nera ma è grave lo stesso, secondo me. Quest’anno scolastico nel Veneto, 11.000 banchi Sono rimasti vuoti. Ovvero ci sono state 11.000 iscrizioni in meno in tutte le scuole statali di ogni ordine e grado. E questo è un trend che va avanti da tempo.

Chiudono le scuole

Mediamente abbiamo 10/11.000 iscrizioni in meno ogni anno. Questo di conseguenza costringe ovviamente ad accorpare le classi oppure a tagliarle. Ebbene quest’anno sono state tagliate 200 classi. Vuol dire che sono scomparsi interi istituti.

La situazione peggiore è ovviamente nelle scuole private, che sono di meno, ma hanno subito una flessione drammatica. 4 mila iscrizioni in meno quest’anno. E ciò è effetto, come è ovvio, del calo delle nascite.

I nostri giovani

E questa è la fotografia di come cambia il Veneto, di come cambiano le famiglie e di come cambiamo noi. Ma anche di come cambiano i nostri figli, i nostri ragazzi. Il cambiamento più vistoso riguarda ovviamente l’uso di Internet: comincia sempre prima.

Secondo una statistica, anche questa di questa settimana, nel Veneto fra i giovani ragazzi dagli 11 ai 13 anni, uno su due usa abitualmente Internet e spesso lo fa con il telefono dei genitori, dei nonni, dei parenti.

Serve attenzione

-Papà, Dammi il telefono. Nonno prestami il tuo telefono- Così noi con disinvoltura, e spesso anche con leggerezza, secondo me lo diamo senza problemi. Ma in Internet si trova di tutto. Avere libero accesso a Internet per un minore non è esattamente la cosa più educativa o comunque anche più adatta. Non è una cosa che noi possiamo fare a cuore leggero, appunto. Perché è come dare una Ferrari in mano ad uno senza patente, bisogna stare attenti.”

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