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Gaetano Ferrieri: la truffa delle banche

Gaetano Ferrieri: nell’intervista il problema delle Banche Venete: gli azionisti devono reclamare i loro diritti contro chi ha “giocato” con i loro soldi.

Gaetano Ferrieri, portavoce di SOS Dna Veneti, apre l’intervista parlando del crollo del Banco Ambrosiano nel 1981. All’epoca, gli azionisti, che avevano pagato 50 mila lire ad azione, si ritrovarono con “un pungo di moshe”. Un pull di banche hanno rilevato per 2500 miliardi di lire il Banco Ambrosiano come a risolvere la situazione, ma in realtà poi gli azionisti si sono trovati quotatati a 500 lire. Questi fatti, che ricalcano la politica bancaria attuale, ci dovrebbero ricordare che il controllo delle banche viene dall’alto, dalla politica bancaria, nazionale, internazionale, mondiale, che ha altri interessi rispetto a quello degli azionisti.
Ferrieri afferma che allora come oggi gli azionisti non fanno rispettare i propri diritti: la poca informazione e la completa ignoranza delle vere azioni delle amministrazioni, a causa della loro non trasparenza, porta la maggior parte dei cittadini danneggiati a dirsi “meglio poco che niente”, ad assolvere chi ha sbagliato e ad andare avanti con ciò che è rimasto. Ma perché, si chiede Ferrieri, chi ha rubato e truffato non dovrebbe essere punito? Perché di truffa si tratta, afferma. Dal banchiere, al singolo dirigente, al politico che ha coperto tutto, si è truffato il cittadino per guadagnare sopra la sua fatica.

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