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Vasco Rossi: “Felicità è un’illusione che dura solo un attimo”

Il rocker su lavialibera: "Oggi abbiamo più bisogno di amore" 

“La felicità è ciò che tutti inseguiamo, perché tutti vorremmo essere felici. In realtà si tratta solo di un attimo, non è uno stato permanente. Corriamo, la inseguiamo come fosse un traguardo e dimentichiamo che non è una condizione che dura. Non può durare, perché la vita è soprattutto sofferenza e la felicità è una condizione che si raggiunge solo in assenza di dolore. Perciò ci possono essere solo momenti, briciole di felicità”. Vasco Rossi in esclusiva per lavialibera, la rivista di Libera e Gruppo Abele, racconta cosa è per lui la felicità in un numero speciale in uscita che dedica il dossier al tema della felicità con i contributi, fra gli altri, di Fabio Anibaldi Cantelli, Alessandro Cattelan, Rosy Bindi, Luigi Ciotti, Alessia Gennari, Carlo Lucarelli ed Enrica Tesio.

L’intervista a Vasco Rossi

“Se penso alla mia vita – continua Vasco – posso dire di essere stato felice un sacco di volte ma sempre per degli attimi. Lo sono stato quando ho raggiunto certi obiettivi, quando ho provato alcune sensazioni ed emozioni ecco… A dire la verità, penso di avere vissuto molte volte dei momenti felici. Moltissime volte. Anche se poi non sono in grado di raccontarvene nessuno.

Perché è una situazione interiore, che non si riesce a spiegare. Il concetto è quello: è un attimo. A dirla tutta credo che abbiamo più bisogno di amore che di felicità. In fondo, si può vivere anche senza raggiungere mai questa vetta. Non è un bisogno primario. Però, per esempio, fare provare agli altri gioia o attimi di felicità attraverso la musica è una soddisfazione incredibile”.

Cos’è la felicità?

Non è semplice rispondere alla domanda: “Cos’è la felicità?”- soprattutto in questo momento storico dove le notizie su guerre e tragedie riempiono le giornate. Eppure chiedersi cos’è, imparare a riconoscerla e a non smettere di cercarla può essere un atto rivoluzionario.

Nell’editoriale di presentazione Luigi Ciotti scrive “ho tante preoccupazioni addosso, legate sia al clima cupo che aleggia sul mondo, tra guerre, crisi ecologica, discriminazioni e disuguaglianze crescenti, sia alle fatiche quotidiane di tante persone e famiglie che incontriamo col Gruppo Abele e con Libera. Gente segnata dalla povertà, dalla malattia, dalla negazione dei propri diritti, dalle minacce del crimine organizzato.

Eppure, non posso nemmeno dire di essere infelice. Perché proprio nel rapporto con queste persone, nei piccoli passi di libertà e giustizia che insieme riusciamo a compiere, trovo la luce che mi insegna la strada, lo stimolo ad andare avanti”.

All’interno della rivista ampio spazio è dedicato al rapporto tra felicità, disabilità, emergenza climatica, social e sport, con la direttrice Elena Ciccarello che nell’editoriale cita Papa Francesco, secondo cui la felicità “è un atto di ribellione”.

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