Il Veneto tra le regioni bisognose di lavoratori

Lombardia, Lazio, Campania, Emilia-Romagna e Veneto sono le regioni che avranno bisogno di più lavoratori tra il 2024 e il 2028

Secondo il Report di Unioncamere, i fabbisogni occupazionali per il quadriennio 2024-2028 aumenteranno in tutta Italia, soprattutto in regioni come il Veneto.

Le prospettive nel mercato del lavoro italiano tra 2024-28

Il mercato del lavoro italiano si trova di fronte a una sfida significativa nei prossimi anni, con una prevista richiesta di nuove risorse che oscilla tra i 3,1 e i 3,6 milioni di occupati nel periodo 2024-2028.

Questa domanda concentrerà la sua maggiore intensità in alcune regioni chiave del paese, come Lombardia, Lazio, Campania, Emilia-Romagna e Veneto, che insieme accoglieranno oltre il 50% del fabbisogno nazionale.

Il rapporto, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, evidenzia come il principale driver di questa richiesta sarà la necessità di sostituire i lavoratori che escono dal mercato del lavoro.

Le professioni più richieste nel futuro

Le professioni più richieste riguarderanno dirigenti, specialisti e tecnici, che costituiranno circa il 41% del fabbisogno complessivo. Anche le professioni commerciali e dei servizi, gli impiegati, gli operai specializzati e i conduttori di impianti saranno tra le figure ricercate.

Un altro elemento importante è la formazione richiesta per soddisfare questa domanda. Circa il 38% del fabbisogno sarà per professioni che richiedono una formazione terziaria, con un particolare rilievo per le discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Tuttavia, si prevede una carenza di offerta di formazione secondaria, sia tecnico-professionale che generale, che potrebbe contribuire a un aumento del mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

L’impatto del green e del digitale nel mondo lavorativo

Inoltre, i trend delle transizioni green e digitali stanno influenzando in modo significativo il panorama occupazionale, con una crescente domanda di competenze in questi settori e la necessità di sviluppare nuove figure professionali.

Tuttavia, le sfide non si limitano alla domanda di personale, ma riguardano anche le difficoltà nel reperire tale personale. Le aziende italiane stanno facendo i conti con costi significativi derivanti da questa difficoltà di reperimento, che nel 2023 si sono tradotti in quasi 44 miliardi di euro.

Affrontare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro diventa una priorità economica per l’Italia, con la necessità di investire nell’orientamento professionale e nell’adeguamento dei percorsi formativi alle esigenze del mercato del lavoro moderno.

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