L’intervento della Guardia di Finanza ha smascherato i laboratori
Sfruttavano lavoratori clandestini, di cui tre richiedenti asilo e uno con permesso di soggiorno scaduto. Li facevano lavorare tutti i giorni, esclusa la domenica, in lavoratori senza le più elementari misure di sicurezza e di igiene, ed evadendo le tasse.
La Guardia di Finanza di Treviso, nel corso di un controllo nella provincia in quattro laboratori, ne ha trovati due di 450 e 630 m², che operavano nell’illegalità ad Istrana.
Una lista di reati, colpevoli anche di un’evasione di oltre 2 milioni di euro
I due amministratori di nazionalità cinese, che lavoravano su commesse di aziende locali, sono stati denunciati. Oltre che per sfruttamento di manodopera clandestina, violazione delle misure di sicurezza ed evasione, anche per caporalato. In uno dei laboratori, sono state trovate stanze-dormitorio, dove i lavoratori riposavano tra i turni di lavoro estenuanti di 10 ore. I militari, in particolare, hanno scoperto che non esisteva un impianto idrico anti-incendio, non c’erano vie di fuga e il riscaldamento proveniva da stufe a pellet senza condotti fumari regolamentari.
I macchinari avevano collegamenti elettrici non omologati. Infine, sui laboratori pende un’evasione di 2 milioni e 200 mila euro di imposte, distribuita su sette aziende che si sono succedute nella gestione dell’attività dal 2011. La successione è avvenuta applicando il noto “meccanismo dell’apri e chiudi”, secondo cui, quando arriva l’accertamento tributario, l’imprenditore cede l’attività. Gli addetti, il personale e i clienti passano ad un altro collega, cambiando solo la partita Iva.
GUARDA ANCHE: Crescita automotive e tecnologica sostenibile