La legge forestale che ha cambiato l’Uruguay

In Uruguay una legge forestale ha cambiato non solo l'economia del paese, ma anche l'arte e la cultura. La mostra al padiglione dell'Uruguay ai giardini della 18° Biennale Architettura, lo racconta con un'installazione multimediale

L’uomo, gli alberi, il legno, le foreste. Sono questi gli elementi che contraddistinguono l’Uruguay alla 18esima Biennale Architettura. E dal 1960 che l’Uruguay è presente con un padiglione nei Giardini della Biennale, partecipando ad ogni edizione spiega l’ambasciatore in Italia, Riccardo Varella.

Un tema importate

Quest’anno è stato scelto un tema molto importante per il Paese, ovvero la legge forestale del 1987, che ha portato il legno a diventare sempre più importante per l’economia dell’Uruguay, anche nelle esportazioni. Un materiale che si è rivelato decisivo non solo nell’architettura e per la costruzione, ma anche per la società in generale.

Il tema si sviluppa in un’opera in tre atti, che ha per protagonista proprio la legge forestale che prende vita di volta in volta con sembianze diverse: a volte uomo, a volte albero. Ed è sempre la legge che con le immagini e la musica si guarda allo specchio, si racconta e dialoga con quelli che in 35 anni sono stati i suoi interlocutori, ovvero le infrastrutture, il mercato, la società. Proprio a fronte di questa legge, l’Uruguay oggi è tra i primi 5 esportatori di legno al mondo, ma a breve potrebbe essere addirittura tra i primi 3.

La legge forestale dell’Uruguay

Insomma molte cose ruotano attorno al legno, ad esempio in questi giorni alcuni architetti veneziani sono all’opera in Uruguay per innovativi progetti di portata internazionale con il legno di eucalipto.

“È un orgoglio poter dire che l’Uruguay è uno dei paesi latino-americani con un loro padiglione a Venezia”, aggiunge la Direttrice Nazionale della Cultura Marianna Wahlsten, “e siamo ancora più fieri di ‘ In Opera: Futuri scenari di una nuova legge forestale’. Un evento artistico-scientifico che racconta una legge che ha saputo mettere insieme interessi contrapposti: quello della protezione dell’ambiente e della necessità dell’industria di utilizzare le risorse del territorio”.

“L’arte non deve servire ad abbellire, ma serve a porsi delle domande”, ribadisce Wahlsten, “e il nostro paese ha tanti artisti che la pensano così”.

“Guardando l’Uruguay con gli occhi di un esterno, non appare più come il paese del bestiame con quattro mucche per ogni abitante”, argomenta Mauricio López Franco, curatore della mostra. “L’allevamento oggi è stato superato nell’export da tutto ciò che è connesso con il legno e la tecnologia del legno”. In sole 26 pagine, la legge forestale ha messo d’accordo tutte le forze politiche, trasformando il paese con importanti cambiamenti di carattere sociale.

Ed è proprio la legge a prendere vita nel padiglione e a porre domande ai visitatori, del tipo: che cosa ho fatto in questi 35 anni?.

In Opera: Futuri scenari di una nuova legge forestale

“Si tratta di un’opera multi-autoriale che vuole spingere alla riflessione su un tema universale”, conclude López Franco. E ancora Carlos Casacuberta curatore analizza la natura multidisciplinare dell’opera che sviscera il tema da diversi punti di vista. Si entra in una sala in un padiglione oscurato come se si entrasse in un teatro, attraversando il sipario e finendo al centro della scena. Si sente la musica e ci si immerge nel suono per poi iniziare il percorso dell’opera con i video.

C’è un personaggio che si muove e canta, a volte è un uomo e a volte è un albero. L’altro personaggio prende forma dalle immagini delle foreste della natura mostrando i vari aspetti dello sviluppo degli ambienti avuto proprio grazie alla legge forestale.

L’opera è in tre parti. In apertura, la legge si presenta e parla degli alberi e dei boschi. Nel secondo atto, spazio alle infrastrutture, non solo quelle fisiche ma anche quelle legate all’educazione e alla società in generale, con i cambiamenti culturali che la legge ha generato. La terza parte ha come interlocutore l’industria del legno e della cellulosa, importante dal punto di vista economico e industriale, e infine, l’architettura.

La proposta dell’Uruguay cerca di stabilire alleanze tra discipline come la musica e la cultura visiva, lanciando una sfida a chi si occupa soprattutto di architettura, al quale viene chiesto:” E adesso cosa vuoi fare?”.

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