Sivori: etimologia della parola mafia

Sivori parla di mafia, dell’etimologia della parola, che sembra cambiare nei secoli, e dei rituali barbarici messi in atto dalla mafia nigeriana.

Secondo alcune fonti americane del primo Novecento, la parola Mafia sarebbe l’acronimo di Mother And Father Association, M.A.F.I.A., ma questa è una storiella. Per qualcun’altro starebbe invece per Morte Ai Francesi Italia Anela, acronimo che si riferisce al 1062/1130, quando gli Altavilla, famiglia di origine normanna, occuparono il Meridione, strappando Calabria e Puglia ai Bizantini e Sicilia agli Arabi.

Oggi il termine è conosciuto in Italia e nel mondo come sinonimo di criminalità. Nel nostro Paese sono state aperte le porte a organizzazioni mafiose di ogni parte del globo: cinesi, turche, russe, giapponesi e nigeriane, forse le più violente.

Grazie a una recente testimonianza di un pentito appartenente ad un gruppo mafioso nigeriano, siamo venuti infatti a conoscenza dei rituali di affiliazione all’organizzazione (che comprende un giuramento di sangue, sangue prelevato dai palmi delle mani degli affiliati, che quindi si riconoscono fra loro per la cicatrice che li sfregia da palmo a palmo) e delle punizione inflitte a chi fa loro un torto, che sia per questioni di droga o meno.

La cosa che si deve maggiormente tener conto è che questi atti barbarici non succedono solo in Nigeria, ma questo accade oggi anche nel nostro Paese. Perché? Lo Stato non controlla, o non ce la fa a controllare. Non controlla perché a volte è meglio non vedere, forse.

Pare che le cose stiano cambiando, ultimamente. Piccoli segnali che potrebbero mettere la mafia, di qualsiasi parte del mondo, sull’attenti.

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