Lavoro degli immigrati: in Veneto vale 17 miliardi

Secondo il rapporto annuale della Fondazione Leone Moressa il valore del lavoro legale degli immigrati regolari nella regione nel 2022 ha costituito il 12% del PIL

12% del PIL. Tanto è stato il valore del lavoro legale degli immigrati regolari nella regione nel 2022, secondo il rapporto annuale della Fondazione Leone Moressa della CGIA di Mestre sul segmento economico.

Secondo i ricercatori, con una maggiore integrazione degli extracomunitari, la percentuale avrebbe potuto crescere di altri 3 punti.

L’altra faccia dell’immigrazione

La fondazione ha alzato il velo su un mondo che tende ad essere ignorato e che invece ha immesso nel giro di affari veneto in 12 mesi oltre 17 miliardi di euro. Questi numeri sono usciti da una popolazione di oltre 500 mila stranieri, ossia il 10,5% della popolazione regionale.

Le parole di Enrico Di Pasquale, ricercatore della Fondazione Leone Moressa

“Dal rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione emerge anche – dice Enrico Di Pasquale, ricercatore di Leone Moressa – la fotografia del Veneto, che con 500 mila immigrati è una delle regioni con presenza straniera maggiore. In particolare l’area pedemontana, quindi da Conegliano nel Trevigiano, fino ad Arzignano nel Vicentino e San Bonifacio nel Veronese hanno comuni con oltre il 16% di presenza immigrata.

Il contributo degli immigrati

Anche nei grandi comuni, come Padova, Venezia, Vicenza e Verona abbiamo una presenza superiore al 15%. Presenza che porta a quasi il 12% del PIL Veneto e ha portato alle casse dello stato nel 2021 quasi 1 miliardo di Irpef versata.”

Immigrati, schiavi del terzo millennio

La criminalità organizzata fa male al sistema, non solo perché alimenta il traffico di stupefacenti e il giro della prostituzione, ma anche perché ha scoperto questo nuovo filone degli schiavi del terzo millennio, da cui ricava introiti da capogiro.

L’aumento della malavita in regione

Il caporalato ne è l’espressione più odiosa. Secondo le stime dell’Università di Padova, oscilla tra il 6 e il 7% la percentuale di aziende legate a persone coinvolte in inchieste per mafia nella regione.

Una penetrazione della malavita ancor più pericolosa se si considera che dopo la pandemia sono aumentati gli arrivi per lavoro da paesi extra-UE. Nel 2020 nel Veneto sono arrivati in 10 mila, un anno dopo sono saliti a 23 mila, anche per ricongiungimenti famigliari.

Un prospetto positivo

Gli occupati stranieri nella regione sono 241 mila, di cui ben 65 mila imprenditori. Prosegue Enrico Di Pasquale: “potenziale quindi positivo, che va valorizzato contrastando il lavoro nero”.

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