Cronaca

West Nile, nuovo caso a Camponogara determina il primo “cluster”

Un nuovo caso di West Nile Virus determina il primo "cluster" nel Veneziano l'Ulss 3 e il comune organizzano una disinfestazione speciale.

Un nuovo caso confermato di contagio da West Nile Virus è stato registrato dai sanitari del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 3 Serenissima. Il soggetto contagiato e di una persona di sesso maschile, di 55 anni, residente in area rurale nel territorio di Camponogara. Sintomatico, il soggetto presenta febbre West Nile ma non necessita di ricovero.

Vittorio Selle, Direttore del Dipartimento di Prevenzione

Il nuovo caso riguardante il territorio di Camponogara, rilevato grazie all’attento monitoraggio dell’Azienda sanitaria veneziana, si somma ad un precedente caso nello stesso territorio. A distanza ravvicinata e ravvicinato nel tempo. “Dopo i primi casi isolati – sottolinea il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, il dottor Vittorio Selle – ora ci troviamo di fronte al primo ‘cluster’ nel territorio della nostra Ulss 3. Rilevato il ‘cluster’, prevedibile e atteso per le particolari condizioni climatiche di questa estate 2022, abbiamo avvisato il Comune di Camponogara. Sono già state avviate le procedure per un’azione mirata di disinfestazione.

Alle attività di contrasto realizzate routinariamente con azioni larvicide, già effettuate in tutti i territori, ora si somma, nel territorio in cui si sono verificati i contagi, una disinfestazione speciale. Quest è volta a colpire gli esemplari adulti di zanzara, per eliminare il vettore del virus West Nile, nello specifico del contesto circostante il ‘cluster’ individuato”.

West Nile, le linee guida

“E’ di queste ore una ulteriore disposizione della Regione Veneto – sottolinea il dottor Selle – che ribadisce le linee guida del contrasto al West Nile Virus. Questa ulteriore disposizione sottolinea nuovamente come le azioni adulticide vadano riservate a casistiche particolari, tra le quali appunto un ‘cluster’ conclamato”.

La nota della Regione ribadisce che si parla di “cluster” quando si hanno “due o più casi che si verificano nel raggio di 2 km in un intervallo temporale di quindici giorni dall’inizio dei sintomi”. E sottolinea come nel contesto di cluster “devono essere valutati ulteriori interventi di contrasto”. E come “in base allo scenario di rischio il Dipartimento di Prevenzione dovrà valutare l’indicazione anche ad interventi adulticidi in contesti limitati”.

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