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Vidor, la morte di Alex: sotto esame il dirupo dell’abazia

Le indagini sulla morte di Alex Marangon hanno fatto progressi significativi: gli inquirenti confermano l'omicidio e sospettano un'aggressione con un sasso o un bastone

Si è chiusa ieri, mercoledì 10 luglio 2024, un altro puntigliosa giornata di indagine sulla morte di Alex Marangon. Le parole degli inquirenti: “Abbiamo fatto un grosso passo in avanti”.

Un passo avanti nelle indagini sulla morte di Alex Marangon

Il corpo di Alex Marangon, venticinquenne di Marcon, è stato trovato in un isolotto del fiume Piave alle grave di Ciano il 2 luglio scorso. I carabinieri molto probabilmente hanno fatto dei passi avanti per ricostruire le modalità in cui ha perso la vita il barista venticinquenne di Marcon.

L’unica certezza al momento resa nota è che si tratta, secondo la procura di Treviso, di omicidio. Questa deduzione sarebbe plausibile perché le lesioni alla testa secondo l’anatomopatologo sono la conseguenza di un’aggressione. Non si tratterebbe, quindi, di una caduta dall’alto nel fiume.

Le ipotesi e le certezze degli inquirenti

L’ipotesi che si sta facendo di ora in ora più consistente è che il ragazzo sia stato colpito con un sasso o con un bastone. L’attacco sarebbe avvenuto per fermare Alex in un momento di sovraeccitazione causata da sostanze assunte durante la notte nell’abbazia Santa Bona di Vidor.

Si esclude che i colpi inferti al corpo siano stati subiti una volta caduto in acqua perché la emorragia toracica si è sviluppata prima del contatto con l’acqua del fiume. Il ragazzo, infatti, ha esalato solo gli ultimi respiri nel Piave. Proprio per questo motivo ha una quantità esigua di acqua nel corpo.

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