Economia e società

Veritas: impianto di Fusina è dimensionato al territorio

Unica soluzione per evitare emergenze legate ai rifiuti: l'impianto di Fusina dimensionato alle esigenze del nostro territorio

L’impianto di Fusina, nel quale Ecoprogetto Venezia (società controllata da Veritas) intende sostituire la biomassa legnosa già autorizzata con Css e fanghi da depurazione civile per produrre energia, è stato dimensionato alle esigenze del nostro territorio, ben conosciute da Veritas, che spesso affronta variabili importanti, ad esempio picchi stagionali e imprevisti propri della raccolta dei rifiuti. Riccardo Seccarello: “L’inceneritore Veritas sostituirà la centrale Enel”

Veritas

Ancora una volta Veritas ribadisce che disporre di adeguati impianti territoriali è l’unica soluzione possibile per non incorrere in emergenze, soprattutto in vista della riconversione della centrale termoelettrica dell’Enel Palladio che dal 2023 non sarà più alimentata a carbone, quindi non potrà più utilizzare il Css che adesso Veritas produce a Fusina dal rifiuto secco residuo.

Resta inteso – come già dichiarato – che se diminuirà la quantità di rifiuti resterà sempre la possibilità di utilizzare nell’impianto la biomassa legnosa, come peraltro già autorizzato da oltre due anni.

Il progetto

Alternative all’utilizzo diretto del Css (prodotto dalla raffinazione del rifiuto secco residuo) da parte di Veritas non esistono, se non l’invio – peraltro già iniziato – in impianti simili dislocati in altre zone, con costi molto elevati e purtroppo in crescita.

Questo progetto di utilizzo del Css è stato concepito con senso di responsabilità perché obbliga chi opera e garantisce un servizio pubblico come Veritas a mantenere il territorio indenne da emergenze legate allo smaltimento dei rifiuti. Questo però sarà impossibile senza impianti o alternative per tutto quello che non può essere riciclato o trasformato in nuovi materiali. Purtroppo, la riduzione dei rifiuti non ha gli stessi tempi delle crisi o della necessità degli impianti.

L’alternativa non è – non potrà essere – la discarica, come invece vorrebbero molti di quelli che adesso protestano e salgono sulle barricare contro il progetto. Quale scelta è più sensata e sicura tra un’enorme emergenza e un impianto territoriale di dimensioni adeguate e più che rispettoso delle norme in maniera stringente, grazie a emissioni monitorate in continuo dalle autorità preposte ai controlli?Senza tenere conto che gli impianti per il recupero energetico dei rifiuti sono essenziali in caso di emergenze sanitarie, quando cioè i rifiuti non devono essere trattati e divisi, ma esclusivamente bruciati.

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