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Venezia evita la Lista Nera, ma i veneziani si dividono

Venezia scampa la lista nera. La decisione, presa durante la 45° sessione del World Heritage Committee, a Riad, in Arabia Saudita, fa esultare l'amministrazione comunale veneziana e il governo, e arrabbiare l'opposizione. E' un caso politico. I retroscena

Venezia non è un sito in pericolo, non per il momento almeno secondo l’Unesco, e se ne riparlerà il prossimo anno, nel frattempo la città evita la lista nera.

Venezia Evita la Lista Nera

Soddisfazione e amarezza in laguna per una decisione che divide, ci sono infatti molti retroscena dietro la scelta della Commissione Unesco di non inserire Venezia nella lista nera. Ci sono stati, ad esempio, ben 20 incontri bilaterali tra la Delegazioni Italiana e ciascuno dei 20 stati del Comitato.

Vi è poi la prontezza di riflessi dell’ambasciatore, inviato dal ministro Gennaro Sangiuliano, Liborio Stellino, che è riuscito a convincere il presidente a non rinviare ad oggi la decisione, essendo gli stati membri tutti d’accordo ad eccezione della Russia che, per questioni politiche, non poteva aderire.

Il Pressing sull’Unesco a Riad

In Arabia Saudita a fare pressing sono andati Morris Ceron e Il vicesindaco Andrea Tomaello, ma il sostegno del ministro alla cultura ha pesato molto, dato che sia Luca Zaia che Luigi Brugnaro lo hanno ringraziato per primi. La sensazione, stando nei corridoi, è che Venezia c’entrasse marginalmente, dato che i turisti la amano comunque anche senza il riconoscimento Unesco, e che si sia trattato di un braccio di ferro politico.

Gli stati membri della commissione hanno infatti ribaltato il rapporto dei tecnici dell’Icomos, un organismo di esperti che aveva fatto un sopralluogo a Venezia nel 2020. Nel dossier non si citava l’entrava in funzione del Mose, nè l’installazione delle barriere attorno alla basilica di San Marco, non era ancora stato approvato il regolamento anti paccottiglia per i negozi delle aree di pregio e nemmeno il ticket d’accesso.

Il Prossimo Verdetto 2025

La commissione ha riconosciuto che la strada imboccata è quella giusta, ma l’orologio ha ricominciato a correre e il prossimo verdetto sarà tra appena un anno. E’ un successo momentaneo, anche se il direttore generale Morris Ceron ha dichiarato al gazzettino che decine di ambasciatori ora chiedono di visitare il Mose per far fronte alle inondazioni. In città rimane il clima rovente emerso durante la seduta consigliare dedicata al ticket d’accesso. La giunta Brugnaro sospetta che dietro quel rapporto del 2020 ci sia stata l’azione di qualche cittadino .

L’opposizione in consiglio intanto ora si sta rimboccando le maniche in vista del 2025 e c’è chi non nasconde la delusione per un’organizzazione che ha preferito rimandare a settembre anziché bocciare subito. Gianfranco Bettin ha poi espresso la sua preoccupazione per un centro storico che è ancora in percolo, in quanto le residenze diventano sempre affitti brevi.

Leggi Anche: Contributo di accesso a Venezia al via in primavera 2024. FAQ

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