Aggressioni in crescita
Tra gennaio e settembre 2024, sono state segnalate 1.864 aggressioni, e si prevede che il numero possa superare le 2.500 entro fine anno, un netto incremento rispetto agli anni precedenti.
Zaia ha sottolineato che il 67% delle vittime è costituito da donne, dimostrando come il personale femminile sia particolarmente esposto. Le aggressioni colpiscono principalmente gli operatori tra i 30 e i 59 anni, con una concentrazione nella fascia 30-49 anni.
Il Presidente ha evidenziato che il fenomeno, già in crescita, è stato aggravato dalla pandemia, con un picco di 2.229 aggressioni nel 2023, rispetto alle 883 del 2022. Non si tratta solo di casi isolati: le aggressioni verbali, spesso preludio di quelle fisiche, sono frequenti nei Pronto Soccorso e nei reparti ospedalieri.
Allarme sanitari: la legge
Tra gli aggressori, molti sono pazienti con disturbi psichiatrici o dipendenze, ma vi sono anche persone comuni in situazioni di disagio.
Zaia ha ricordato che la Regione ha già attuato un piano straordinario per la sicurezza del personale, potenziando le misure di controllo e la formazione specifica per la gestione delle situazioni a rischio, oltre a collaborare con le forze dell’ordine e rafforzare la vigilanza. Tuttavia, queste misure non sono sufficienti.
Il Presidente ha quindi lanciato un appello per una legge specifica che tuteli il personale sanitario e ha ribadito l’impegno della Regione a garantire condizioni di sicurezza, esprimendo gratitudine per la dedizione e il coraggio dimostrati dagli operatori.
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