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Venezia 79, il red carpet di “Monica” di Pallaoro

Il regista italiano Andrea Pallaoro partecipa a Venezia 79 con il suo dramma italo-americano "Monica", ha conquistato 11 minuti di applausi.

Il regista e sceneggiatore italiano Andrea Pallaoro ha calcato il red carpet della 79esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il suo nuovo progetto. Si tratta del dramma italo-americano “Monica”, la storia di una donna che torna a casa per assistere la madre morente. La prima del film è stata un successo e alla prima a Venezia 79 ha conquistato 11 minuti di applausi.

Andrea Pallaoro a Venezia 79

Andrea Pallaoro torna per la terza volta a Venezia con il suo “Monica”, che è tra i 22 titoli in concorso alla Mostra del Cinema. Il film è il ritratto intimo di una donna che esplora i temi universali dell’abbandono, dell’accettazione, del riscatto e del perdono. Con questo progetto, Palladoro è riuscito ad affrontare il tema dell’accettazione del sé con estrema delicatezza e sensibilità. Inusuale anche la scelta del formato 1.2:1 che crea un senso di claustrofobia, ma permette di immergersi completamente nella psicologia dei personaggi.

Il red carpet di “Monica” a Venezia 79

Andrea Pallaoro ha attraversato il red carpet accanto agli interpreti del suo film: Trace Lysette, Joshua Close e Patricia Clarkson. Sul tappeto rosso Trace Lysette ha sfoggiato un abito arancione bordato di piume firmato Valentino. Patricia Clarkson, invece, stupisce i presenti con un elegante abito di Georges Hobeika.

Trace Lysette straordinaria nel ruolo di Monica

Monica, il personaggio principale del film, in concorso a Venezia 79, è interpretato da Trace Lysette. L’attrice transgender è straordinaria nel suo ruolo: si lascia andare ad un’onesta esplorazione delle emozioni umane con naturalezza e compostezza. Trace, come Monica, ha affrontato le difficoltà del cambio di sesso, i pregiudizi e le difficoltà nell’accettazione della propria vera identità di genere.

Andrea Pallaoro, regista di “Monica”

“Racconto un’eroina moderna, un personaggio pieno di coraggio e generosità che riesce a perdonare di essere stata abbandonata. E’ vero, è una trans, ma questo se all’inizio è stata una molla della storia, basata su vicende che conoscevo come quella di una persona a me cara, o la stessa Trace, durante il film è passato in secondo piano. La storia diventa quella di una figlia che trova la madre e la famiglia dopo tanta assenza. Vuole recuperare il tempo perduto, la memoria che la mamma malata ha perso diventa il centro di tutto e l’accettazione dell’altro il fondo della relazioni umane”.

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