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Veneto, nel 2024 il picco di criminalità e reati sessuali

La criminalità organizzata sta rafforzando la sua presenza nel Veneto, approfittando di un tessuto economico fertile e della carenza di risorse nel sistema giudiziario

La criminalità organizzata si radica nel Veneto: l’allarme del Procuratore Generale.

Si radica la criminalità organizzata

La criminalità organizzata sta silenziosamente estendendo le proprie radici nel Veneto. A lanciare l’allarme è stato il Procuratore Generale di Venezia, Federico Prato, alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello.

Secondo Prato, le mafie stanno approfittando del fertile tessuto economico della regione, mantenendo un basso profilo per evitare di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.

Un dato inquietante emerge dall’analisi: nel Veneto si contano ben 400 imprese legate alla criminalità organizzata, con un giro d’affari che supera i 100 milioni di euro l’anno. Numeri che, se confrontati con la Sicilia, dove le imprese mafiose sono appena 36, fanno capire perché questa regione sia diventata un territorio privilegiato per le infiltrazioni mafiose.

‘Ndrangheta e casalesi

Tra le organizzazioni più attive, spicca la ‘Ndrangheta, con la cosca Grande Aracri presente a Padova e Vicenza. Nel veneziano, alcuni esponenti della frangia mestrina hanno esercitato per anni il controllo sull’Isola del Tronchetto, fino al 2021. A est, invece, i casalesi continuano a consolidare la loro presenza, con una progressiva infiltrazione nel Veneto orientale.

Ma il crimine organizzato non è l’unico fronte caldo. In parallelo, si registra una preoccupante impennata dei reati sessuali e dello stalking, che hanno fatto segnare un incremento del 43%. Questa escalation di violenze e soprusi si somma all’allarme mafioso, ponendo una seria sfida alle istituzioni e alle forze dell’ordine.

L’aumento dei reati sessuali

A rendere ancora più complessa la situazione è la cronica carenza di personale. Il distretto giudiziario veneziano soffre di un vuoto organico superiore al 36%, con punte drammatiche come a Vicenza, dove il deficit supera il 50%.

“Serve un intervento immediato”, ha sottolineato il Procuratore Prato, evidenziando come la mancanza di risorse stia rendendo arduo il contrasto alla criminalità in tutte le sue forme. Il Veneto, con il suo dinamismo economico, rischia di trasformarsi in una terra di conquista per le mafie, se non si invertirà rapidamente questa tendenza.

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