A Domanda Risponde

Veneto Indipendente: intervista a Leopoldo Bottero

 
Terza puntata della rubrica “A Domanda Risponde”. Veneto Indipendente: intervista a Leopoldo Bottero, uno dei leader del movimento “Indipendenza Noi Veneto con Zaia” a tutto campo per capire cosa intende per Indipendenza e quali vantaggi si potrebbero ottenere per il Veneto e i Veneti con la fuoriuscita dall’Italia. Il riferimento è simile a entità come la Danimarca o la Finlandia. Si è parlato anche di sicurezza declinata sempre alla luce della possibile indipendenza e anche di giustizia e legalità.

3 Commenti

  1. Veneto indipendente, una bellissima chimera, peccato che alle intenzioni non faccia seguito i fatti. Per far questo ci vogliono le palle e non mi sembra che quanti pontificano in tal senso le abbiano. Sono un ex militante leghista della prima ora. Ho abbandonato il movimento quando ho visto troppi opportunisti salire sul carro del vincitore con l’arrivo del “foresto Bossi”. Attualmente sto conducendo in solitaria una battaglia per il rispetto della costituzione nella gestione di un ente pubblico. Da questo orecchio la maggioranza del consiglio regionale del Veneto non ci sente. Pratica l’ostruzionismo. Alla faccia delle promesse elettorali. P.S. Farsi intervistare da un ex carabiniere, malato di protagonismo, non mi sembra il massimo. A risentirci ………………….se credi.

  2. E’ trascorso poco più di un anno da quanto ho inviato un mio commento sull’indipendenza del Veneto e a quanto pare senza suscitare interesse alcuno. Ma io insisto con tutt’altro argomento; sbugiardare quanti invocano il rispetto della Costituzione salvo poi, una volta chiamati in causa, risolvere il tutto semplicemente non rispondendo. Una prassi attuata da quanti beneficiano della popolarità loro concessa dal partecipare alle trasmissioni come Focus e Sveglia Veneti e ai quali mi sono inutilmente rivolto. Il problema che mi interessa è ben noto a Mirella Tuzzato che ha letto per ben due volte una mia missiva, la prima volta con Elena Donazan la quale, per l’occasione, ha dimostrato una palese ignoranza del problema esibendosi in esternazioni degna del miglior clientelismo politico, la seconda con Leonardo Pedrin il quale memore dei suoi trascorsi professionali concordava in toto col mio pensare. Recentemente si è festeggiato il 25 aprile, festa della liberazione. Enfasi e retorica si sono sprecate, La Costituzione ci viene presentata come figlia della resistenza salvo poi, a bocce ferme, scoprire che la stessa non è immune ai giochi di potere, di coloro che detengono il pallino e che facendo di necessità virtù la interpretano secondo opportunità e convenienza. Semplicemente chiedevo a lor signori un parere sulla legittimità costituzionale del sistema elettorale in uso nei consorzi di bonifica per la scelta dei propri amministratori. Il sistema elettivo attuale assegna il monopolio gestionale di questi enti alle associazioni agricole relegando la componente maggioritaria dei consorziati urbani al ruolo di ininfluenti spettatori. Mi rendo conto che il problema meriterebbe essere approfondito maggiormente spero ci sia un’occasione per farlo, Con simpatia, Luciano Bonin Castelfranco. V.

  3. Caro Bottero, come mi aspettavo i miei due precedenti interventi non hanno suscitato interesse alcuno. E, come diceva il Saggio: i piccoli ruscelli formano i grandi fiumi, e di piccoli ruscelli siamo circondati, ma poi alla veneta godiamo quando possiamo lamentarci e alla fine……mi pago e no vao a combatar. Vedi, io senza aiuti esterni e con quel piccolo bagaglio legislativo culturale che mi ritrovo ho costretto la Regione Veneto ad imporre ai consorzi di bonifica il rispetto della legge dello stato in materia di imposizioni e riscossione dei contributi per la bonifica, mai prima osservata con un aggravio, per i soli proprietari di casa di centinaia di milioni per anno e a beneficio degli agricoltori. Ora mi sono proposto che venga rispettata la Costituzione, nello specifico l’art. tre < l' uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. nello svolgimento delle elezioni consortili per la scelta dei propri amministratori. Nessuno contesta l'esistenza di questi enti ma questo non giustifica che gli stessi siano dati in gestione monopolistica alle associazioni agricole stante un sistema elettorale che definire bulgaro è gratificarlo parecchio. Per quanto riguarda il prossimo referendum per l'autonomia del veneto, per quanto giustificato e comprensibile dubito sortirà qualche utile effetto. Il motivo? I veneti sono come quei cani che più li prendi a calci in culo, più leccano i piedi al proprio padrone. A risentirci …se credi

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