Libro uscito in edicola, non a caso, in questi giorni in cui si parla di donne e di ciò che viene loro ancora negato. I fondi serviranno per finanziare una fondazione per la lotta alla violenza di genere. Avrà il nome non della studentessa, ma della neo dottoressa Giulia Cecchettin, di Vigonovo, uccisa dall’ennesimo ex che non ha accettato di essere lasciato.
Tutto quello che ho imparato da mia figlia sul patriarcato
La copertina ha un sottotitolo “Tutto quello che ho imparato da mia figlia”. Nel libro Gino Cecchettin, tra le tante cose, ha inserito anche la parola patriarcato.
Le sue parole: “Ad aprire gli occhi ancora una volta è stata una figlia, in questo caso Elena, con un suo post Instagram, dove ha dato spunto ad una chiacchierata in famiglia. Le ho chiesto perché avesse tirato fuori la parola patriarcato. Io ero rimasto che si trattasse di una forma di governo familiare dove c’è un capofamiglia.
È così, però, poi, la società evolve e viene aggiunto dell’altro. Elena me l’ha spiegato e sono andato sul dizionario. Patriarcato viene definito come un complesso di radicati pregiudizi sociali che determinano manifestazioni ed atteggiamenti di prevaricazione, spesso violenta, messa in atto da uomini verso le donne. Lo dice, quindi, il dizionario della lingua italiana.
Questo sta a significare che se voglio andare al liceo classico, mi viene detto di fare ragioneria perché dà più opportunità. Se voglio andare a bere un caffè con le amiche, mi viene detto di stare a casa . Se voglio lasciare una persona perché non la amo più, non mi viene concesso.”
I progetti futuri della fondazione
Ora rimane da capire come decollerà questa fondazione e, nel concreto, come agirà nel progetto. È coinvolto anche il sindaco di Vigonovo, Luca Martello: “Tutto quello che sarà destinato dalla produzione di questo libro sarà finalizzato a migliorare il più possibile le condizioni di vita di donne già coinvolte da problemi legati alla violenza di genere. Sarà orientato anche a forme preventive di intervento per riuscire, quindi, a trovare le parole e gli strumenti giusti per arrivare ai ragazzi nelle scuole e in tutti gli ambienti in cui i ragazzi crescono.
Al tempo stesso, sarà utile per impegnarsi anche su investimenti, come sullo studio ad esempio per borse di studio, per valorizzare quanti si impegneranno a studiare. Come per scrivere un libro, anche per studiare si parla di impegno, di lavoro. Non è un semplice scatto istantaneo di qualcosa ma è un lavoro che viene fatto con attenzione e con la giusta scelta delle parole. Mi aspetto quindi da questo libro la calibratura di un impegno nuovo da parte di tutti.”
GUARDA ANCHE: Teresa Di Gaetano presenta “La saga dei Conti di Barrow”