Eduardo Sivori torna a parlare a proposito della tragedia di Emanuele Reali, vice brigadiere morto in servizio, la notte del 6 novembre.
Ogni giorno ed ogni notte c’è chi rischia la propria vita per noi e per la nostra sicurezza, e talvolta, troppo spesso, accade. Questo è ciò che è capitato, il 6 novembre scorso, al giovane Emanuele Reali, un vice brigadiere. Quella sera, come sempre accadeva, dopo aver salutato la moglie e le due figlie piccole, si è diretto al lavoro. è qui che dopo poco è arrivata una chiamata che segnalava la fuga di quattro ladri.
Emanuele inizia a rincorrerli a piedi, nel buio della notte e tra la nebbia. La corsa però è finita troppo presto, in quel momento fatidico in cui passando sui binari ferroviari, scivola e viene travolto dal treno. “Non ci sono “grazie” che possono bastare per ridare vita a questa famiglia distrutta”-commenta Sivori.
I colleghi rivelano affranti, che a Emanuele non verrà intitolata né una piazza né una strada, e con il dispiacere e la paura che presto possa essere dimenticato, quel ragazzo che nella notte stava solamente svolgendo il proprio lavoro.
Toccanti sono state le parole del comandante generale che, di fronte alla salma, promette che l’intera arma ed ogni singolo carabiniere non lo dimenticherà mai, come non verranno dimenticate la moglie e le figlie che non rimarranno sole.
