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Giampietro Ravagnan: tracciamento, covid hotel e vaccini

Giampietro Ravagnan, microbiologo all'Università Ca' Foscari interviene riguardo la situazione pandemica attuale, i Covid Hotel e i vaccini

I covid hotel sono più che mai d’attualità. La Nuova Zelanda isolando i positivi in strutture confortevoli con vitto incluso è riuscita a fermare i contagi in famiglia e ciò che sta facendo anche la Cina, anche se lì vengono chiamati gli hotel-galera. In Italia il gruppo di ricercatori che ha proposto al governo i covid hotel. Ne parliamo con il microbiologo Giampietro Ravagnan.

Giampietro Ravagnan

“L’argomento Covid è diventato un materia da reality show. La gente parla di fatti politici rilevanti come se non fosse presente una situazione in cui ci sono 500 morti al giorno. Questo aggrava la situazione perché con 500 morti al giorno noi supereremo tranquillamente i centomila morti. Bisogna guardare quello che gli altri hanno fatto in maniera positiva. Con i numeri dobbiamo fare attenzione e dobbiamo essere sicuri del loro valore in un contesto di carattere generale”. Queste le prime parole di Giampietro Ravagnan.

Tracciamento. La salute pubblica più importante della privacy

“Guardando la situazione alla fine dell’anno, ho notato con grande piacere che nei paesi del Pacifico, come la Nuova Zelanda, hanno festeggiato con nessun nuovo paziente e con nessun nuovo contagio. Questo perché hanno fatto tutte quelle cose che noi avevamo raccomandato nella nostra lettera. Non soltanto l’istituzione dei Covid Hotel ma anche il tracciamento. Senza tenere in considerazione la privacy perché il tema della salute pubblica è un bene superiore a quello della privacy individuale. Chiunque di noi usi uno smartphone ha già infatti rinunciato al concetto della privacy”.

“Non dobbiamo tracciare tutti, dobbiamo però tracciare le situazioni di particolare rischio, quelle zone in cui il rischio di aumento del contagio è molto elevato. I dati ci sono, non si può tracciare tutti ma si può fare dei trattamenti che sono su territori che sono assolutamente identificabili”. Dichiara il professore.

I ristoratori in protesta per ottenere la riapertura

“Capisco le proteste dei ristoratori, ma fare queste prove di forza significa solo allontanare il periodo in cui si potrà effettivamente aprire in tranquillità. I ristoranti se tengono dei numeri piccoli e controllati, a mio avviso, possono restare aperti. Però poi in televisione poi si vedono gli assembramenti davanti ai ristoranti che annullano qualsiasi vantaggio. Il problema non sono solo i ristoranti ma anche le strade e gli assembramenti davanti ai ristoranti”. 

Le scuole devono rimanere aperte, pochi i Covid Hotel creati.

“Adesso ci sarà l’effetto delle vacanze di Natale, tutti i dati sono in aumento. Bisogna smaltire la “sbornia” delle delle feste natalizie e tenere uno stretto controllo perlomeno fino alla fine del mese. Le scuole elementari e medie vanno tenute aperte perché i bambini sono poco sensibili a questo tipo di infezione. Con tutte le opportune cautele le scuole vanno tenute aperte. Per i licei dipende dalla zona, e l’indice è sotto un parametro di 1 si possono anche tenere aperte, come fatto in Toscana”.

“Sono stati creati troppo pochi Covid Hotel. Su una base scientifica indicheremo al governo le necessità temporali per 3-4 mesi di numero di posti letti che devono smaltire i nuovi positivi asintomatici isolandoli. Solo così si ammazza veramente il virus”. Continua Giampietro Ravagnan.

Il programma delle vaccinazioni si sta comportando bene

“Crisanti si è vaccinato con il vaccino della Pfizer perché è quello ad oggi disponibile dentro le strutture ospedaliere. Il personale ospedaliero sanitario, insieme ai suoi ospiti che si trovano all’interno, vanno protetti.

Quando verrà fuori il vaccino di Astrazeneca, per le caratteristiche che a digestione, potrà andar per larga parte della popolazione. Si deve cominciare dalle scuole, insegnanti, bidelli e tutti coloro che ruotano attorno al complesso delle attività scolastiche”.

“Il limite di età di 55 anni per il vaccino di Astrazeneca è ancora tutto da dimostrare. Astrazeneca dice che il suo vaccino può essere somministrato in una fascia d’età tra i 16 e i 55 anni. In questa fascia di età la copertura è molto buona superando l’80%. Per i soggetti con più di 55 anni sarà il medico di base a indicare la giusta scelta”. Conclude così il professor Ravagnan.

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