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Sognare fa bene: Luca Bidogia spiega perchè

Luca Bidogia: ci parla del perché sognare fa bene

A più di cento anni dalla nascita del grande psicologo Sigmund Freud (1856), lo psicologo e psicoterapeuta Luca Bidogia, ci parla del perché sognare fa bene. I sogni sono stati sempre oggetto di fascinazione e di ricerca. Certo oggi, dice Luca Bidogia, la comunità scientifica, in particolare la neuroscienza, ha fatto enormi passi avanti nell’esplorazione dell’attività onirica rispetto ai tempi di Freud, che se ne può considerare il pioniere. Da allora, molte teorie sui sogni sono state elaborate, e dagli studi di Freud si sono ramificate moltissime correnti diverse. La lettura del sognare e dei sogni stessi, dal punto di vista psicologico, dipende molto da quale di queste correnti si abbracci.
Attenendosi ad una lettura strettamente scientifica, e che potrebbe risultare un po’ asettica, il motivo principale per cui sogniamo è il riposo del cervello. Durante il sonno, la nostra mente è in una fase di standby: non può spegnersi completamente perché deve essere pronta a riattivarsi al bisogno, perciò riceve degli imput elettrici. Sono proprio questi imput a stimolare le immagini dei sogni. Le immagini possono essere di qualsiasi genere, alle volte possono sembrare anche un po’ random, pescate dal passato o dal recente presente senza alcun motivo. Il dottor Bidogia afferma però di un altro aspetto, ovvero il modo in cui il nostro cervello riordina queste immagini, fino a poi organizzarle in una sequenza narrativa al risveglio.
Questo “impegno” richiesto dall’attività onirica protegge il nostro riposo perché ci distrae, per esempio, da fattori di disturbo esterni ( rumori fastidiosi ecc…) ed interni, quale potrebbe essere un mal di pancia o il bisogno di andare in bagno. Fa di tutto, insomma, perchè il nostro riposo non subisca interruzioni.
Ma i sogni possono influire anche sulla vita reale? Certo, ma non se si parla di sogni premonitori, ci spiega Bidogia. Su quest’ultimi la scienza è categorica,”i sogni sono premonitori quanto possono esserlo le carte da gioco.” C’è però da dire che la sensazione di aver avuto un sogno premonitore, che poi si “avvera”, non è del tutto insensata: gli stimoli che riceviamo durante la giornate, così come le informazioni, vengono processati e rielaborati durante il sonno. Il cervello, anche in questo caso, procede ad una sorta di riordinamento delle informazioni ed in alcuni casi il nuovo ordine potrebbe rivelare aspetti di una situazione, o di noi stessi, che non eravamo ancora stati in grado di elaborare perché non avevamo “collegato i puntini” nel modo corretto. Non vi è mai capitato, per esempio, di svegliarvi dopo un bel sonno con la soluzione a un vostro problema? O con un concetto di matematica studiato la sera prima alla rinfusa, che all’improvviso sembra avere più senso?
A meno che, proprio quel sogno con funzione di “eureka” non ve lo siate scordati appena svegli. Ci sono infatti dei sogni che rimangano più impressi nel nostro cervello ed altri che scivolano via. Questo può dipendere da molti fattori individuali, ma soprattutto dalla fase del sonno in cui il sogno ha preso forma. Nella fase REM, Rapid Eye Movement, considerata la vera e propria fase dei sogni, la parte linguistica del nostro cervello risulta attiva, e così il sogno può facile da ricordare e da raccontare.
Alcuni sostengono che i sogni siamo comandabili, o che siano influenzabili attraverso esercizi, musiche, e addirittura cibi. Ma, esistono davvero dei cibi che fanno sognare? Luca Bidogia risponde di no, ma una cosa è certa: cibo sano, vita sana, allenamento fisico e nutrimento della mente, sono tutti fattori importanti per stimolare i neurotrasmettitori e dare vita ai sogni. Una vita sana porta quindi a sognare di più e meglio. Un sogno angoscioso o spiacevole può essere, per esempio, provocato dal malessere dovuto ad una scorretta alimentazione. Più si è mangiato pesante, inoltre, più il nostro cervello deve fare uno sforzo per non farci svegliare e interrompere il riposo, rendendo il sogno spiacevole più che mai vivido.
Sognare, dice Bidogia, è anche una attività ricreativa. Aiuta la memoria, ci diverte, ci emoziona, crea uno spazio dove possiamo collegare le informazioni in un mondo nuovo e creativo, non usuale. Ci aiuta a immaginare, ad elaborare, e a riposare da tutte le nostre faccende diurne.

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