Stanno Facendo un 48

Il sistema scolastico va individualizzato

La Prof.ssa Miani, la Prof.ssa Ramacciotti e Marco Cassina commentano il servizio sull'individualizzazione del sistema scolastico

La nuova didattica digitale: questo è l’argomento della seconda puntata di “Stanno Facendo un ’48″, trasmissione condotta da Patrizio Baroni. Il servizio di partenza è una simulazione di un processo in tribunale contro il sistema scolastico attuale.

Sistema scolastico

Il video sottolinea che c’è il bisogno di rinnovare il sistema, di renderlo più individualizzato in modo da poter sviluppare maggiormente la creatività di ognuno. Insegnare a tutti allo stesso modo è come dare a tutti lo stesso medicinale.

Il commento di Marco Cassina, rappresentante d’istituto del Liceo Ugo Morin di Mestre

“Il video si concentra sulla scuola in presenza ma rappresenta anche la didattica a distanza. Noi studenti ci sentiamo alienati da questo sistema. Ho apprezzato la metafora dello stesso farmaco dato a tutti i pazienti senza fare distinzione. Gli studenti vengono trattati tutti allo stesso modo, ma non è la tecnica migliore perché così non riescono a dare il meglio di loro stessi”.

Parla la Prof.ssa Elena Ramacciotti, dell’I.C. Silvio Trentin di Mestre

“Questo video è tarato sul sistema educativo statunitense, in Italia abbiamo una situazione ancora diversa. È vero che siamo passati dalla carrozza all’automobile, ma le quattro ruote ci servono comunque, e senza l’insegnante non si fa niente.

La classe non è tutta uguale, infatti stiamo cercando sempre di più di individualizzare l’insegnamento. Sicuramente in presenza è più semplice farlo rispetto alla didattica a distanza” ha commentato la Prof.ssa Ramacciotti, insegnante di italiano all’Istituto Comprensivo Silvio Trentin.

Le opinioni della Prof.ssa Alessandra Miani del Liceo Ugo Morin di Mestre

“Nel video si sottolinea soprattutto il cercare di concentrarsi su un insegnamento individualizzato, che significa trovare le potenzialità dell’allievo e valorizzarle. Molto spesso si sente dire che l’insegnante è più impegnato a svolgere il programma, a riempire i ragazzi di contenuti invece di sviluppare le potenzialità dei ragazzi. Questo è parzialmente vero, alle superiori dobbiamo arrivare a un esame di maturità e dobbiamo insegnare dei contenuti.”

“Il sistema antiquato si vede nei limiti che abbiamo rispetto ai contenuti, se non si è svolto l’intero programma ci sono della azioni di recupero da fare. Con la DAD il problema viene amplificato, abbiamo il tempo limitato a 40 minuti, dobbiamo svolgere il programma e allo stesso tempo cercare di fare un insegnamento individualizzato. Il mezzo è limitante” commenta la Prof.ssa Miani, insegnante di inglese. “Tuttavia siamo in un momento di grande cambiamento, e anche noi professori ci stiamo adattando”.

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