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Simone Venturini: la ripresa del turismo a Venezia. Tornano gli americani

L'assessore al turismo del comune di Venezia interviene sulla ripresa della città nei mesi di agosto e settembre, e sui suoi grandi progetti per il futuro

La mostra cinema si è chiusa con un bilancio straordinario per gli alberghi veneziani. Le stars del Lido ma anche le sfilate di moda e le feste hanno attirato quei turisti che i veneziani attendevano da due anni, ovvero gli americani. Ne parliamo con l’assessore al turismo del comune di Venezia Simone Venturini.

Intervista all’assessore Simone Venturini

Non è un caso se ci vediamo oggi, al termine di questi giorni di grande fibrillazione e ricchi di eventi, per fare il punto su questo esplosivo settembre veneziano. Grazie Simone per questo collegamento.

“Grazie a voi. Certamente un settembre eccezionale, preceduto però anche da un agosto di ripresa. Date le premesse, eravamo molto preoccupati per questa stagione. Fin da febbraio abbiamo lavorato per fare di Venezia una città pronta a ripartire, in grado di organizzare in sicurezza i suoi eventi. Aver osato con il Salone nautico e la Biennale d’architettura ha consegnato al mondo l’immagine di una città che ce la può fare. Ce la può fare a proporre eventi sicuri pur in epoca covid e coinvolgendo grandi numeri di partecipanti.

Questo messaggio è stato recepito, e ha portato con sé numerose altre occasione per mettere la città sotto i riflettori. Un esempio sono le sfilate di Valentino e Yves Saint Laurent in luglio, o la Festa del Redentore in cui per la prima volta in Italia si è ricorso al Green Pass su larga scala. E poi certo in settembre un boom di eventi, tra la grande moda di Dolce & Gabbana e la Mostra del Cinema, di altissima qualità e capaci di attirare grandi numeri di persone da tutto il mondo. Dobbiamo comunque essere cauti, perché abbiamo visto che l’autunno è sinonimo di maggiore incertezza. Stiamo lavorando per rinconfermare questo status di città viva ma responsabile, mettendoci in contatto con tutte le figure competenti per diffondere questo messaggio”, ha detto Simone Venturini.

Va detto che Venezia in periodi di mezza stagione come settembre o giugno dà il suo meglio. È una delle poche città al mondo capaci di offrire cornici del genere per questi eventi. Il problema è però trasferirli poi al chiuso quando il clima non permette di tenerli all’aperto.

“Va da sé che ogni città ha le sue stagioni. Noi, per esempio, in ottobre punteremo particolarmente sulla vela con numerose regate, tra cui la Venice Challenge e la Veneziana. Queste saranno inoltre precedute dalla seconda edizione della Venezia-Trieste. L’idea delle barche a vela, anch’esse in grado di attirare molto turismo, è proprio di poter offrire la possibilità di vivere la città anche all’aperto.

Sul versante Natale, invece, grande rilevanza sarà data all’illuminazione artistica sia di interni sia di esterni. Inutile dire che siamo già operativi per quanto riguarda il Carnevale, che assolutamente deve essere un Carnevale di successo. Abbiamo poi l’occasione di dare anche a San Valentino, che quest’anno cade prima di Carnevale, una sua identità. Certo che l’inverno permette di stare meno in contatto con l’esterno, ma non necessariamente comporta un calo nelle potenzialità della città. Fortuna vuole che la nostra città sia bella anche nei suoi angoli più nascosti, e può quindi compensare il calo di attrazioni all’aria aperta.

Siamo al lavoro per proseguire su questa rotta, e devo dire che le immagini di questi giorni ci lusingano molto. Ovviamente staremo attenti a quanto succede nel mondo e ci muoveremo di conseguenza. Quello che possiamo dire è che però la nostra è una città con tassi di infezione tendenzialmente bassi anche nei periodi di lockdown, e con tassi di vaccinazione molto alti”, ha detto Simone Venturini.

Certo il Carnevale è proprio l’occasione di maggior rischio se guardato in un’ottica di infezioni. Come pensate di muovervi in questo senso?

“Da questo punto di vista il Green Pass è uno strumento fondamentale. Lo abbiamo visto usato anche recentemente negli eventi che le maison di moda e le case cinematografiche hanno realizzato nelle ultime settimane. È chiaro che anche il Carnevale andrà tradotto in maniera attuale e non cieca rispetto ai tempi che viviamo, ma siamo sicuri che l’esito sarà positivo. In termini di organizzazione, in questo momento siamo presi a modello da molte altre città italiane e non. Il test del Redentore fornisce un ottimo biglietto da visita che assicura una riuscita in sicurezza dei futuri eventi in città.”

Resta sempre il problema del numero chiuso, delle prenotazioni e dei tornelli, che costituisce un nodo notevole per voi della PA.

“C’è da parte nostra la volontà di ripartire non solo come prima, ma meglio di prima. Fino a 2 anni fa l’affluenza di turisti era insostenibile, mentre l’anno scorso fin troppo scarsa. Serve lavorare per trovare un equilibrio tra questi estremi, raggiungibile non solo a parole ma anche con i fatti. La strada è sicuramente puntare su eventi come quelli registrati in questo ultimo periodo, ma allo stesso tempo urge un sistema di controllo dei flussi che si fondi sulla prenotazione.

Il covid ci ha già insegnato a prenotare in qualunque ambito della nostra vita, serve farne tesoro per estendere quest’abitudine anche nel vivere la città. Il sistema che stiamo predisponendo servirà da un lato a controllare le affluenze turistiche così da tarare i servizi su quei numeri, e dall’altro a disincentivare un turismo di massa dannoso per l’ecosistema della città. A noi interessa quel turista che resti a dormire la notte, perché è lui che garantisce le maggiori entrate. Da questo punto di vista, pesa notevolmente l’assenza di un turismo come quello degli americani, sempre sinonimo di lunghe permanenze.

Il sistema di prenotazione offrirà allora l’occasione al turista che decide di risiedere a Venezia per qualche giorno di godersi la città a scapito di chi invece arriva in visita per una sola giornata, non sostenendo adeguatamente l’economia locale. È un’ipotesi non trascurabile quella di usare dei varchi elettronici per registrarne l’afflusso, come accade già in tante città”, ha detto Simone Venturini.

In epoca pandemica però ci si è forse anche accorti che le città italiane poggiano troppo sul turismo. Si è pensato anche a sistemi per aumentare la residenzialità interna alla laguna?

“Abbiamo equipe al lavoro anche su quello. Con l’assessorato al sociale, ci stiamo impegnando a fornire case a molte giovani coppie, 46 consegnate a Murano e altre 60 in consegna nelle prossime settimane. Lo scopo è quello di trasmettere un messaggio di vivibilità legato alla città. E si tratta di case vincolate, di proprietà del comune con obbligo di occupazione. Il sistema di affitto non è poi quello previsto per le case popolari; sono stati calcolati affitti più alti, ma comunque al di sotto dei prezzi di mercato. Si propone come risposta a quel ceto medio che, in particolare in città d’arte come Venezia, soffrirebbe molto.

A questo stiamo accompagnando progetti volti a limitare il fenomeno dell’affitto turistico. Serve un impegno anche sul fronte lavoro. Venezia non si ripopolerà mai se non saranno messi a disposizione anche posti di lavoro, via via diminuiti negli ultimi decenni. Un’ipotesi è la riqualificazione degli spazi industriali di Porto Marghera, riadibiti alla lavorazione dell’idrogeno e alla chimica verde. Un’altra grande industria veneziana è poi il porto, per troppi anni ostacolato da scelte amministrative discutibili.

La priorità è assolutamente tutelare il porto, che assicura oltre 20mila posti di lavoro e che lo Stato non può ignorare oltre. Oltre al porto è importante riconsiderare l’università, e riprendere ad attrarre fondazioni culturale in città. A breve ne apriremo una intitolata ad Anish Kapoor, che ha scelto Venezia come propria casa artistica.

Non solo. Sono stati siglati inoltre alcuni accordi con realtà importanti con Banca Intesa, Eni e Generali perché Venezia diventi la capitale della sostenibilità, attraverso la creazione di poli di ricerca capaci di attirare cervelli da tutto il mondo che scelgano di vivere e insieme lavorare in città.”

Quali sono invece i dati relativi agli alberghi quest’anno?

“Sicuramente bene in laguna, ma non solo. Impressionano anche i dati legati al Lido, che stiamo sempre più rendendo riconoscibile e autonoma rispetto alla realtà di Venezia. Stiamo assistendo a casi di turisti internazionali che scelgono il Lido come meta di soggiorni di una, anche due settimane. A questo andrà nel 2023 abbinata la promozione del turismo congressuale, per cui sono previsti 15 milioni di investimenti”, ha detto Simone Venturini.

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