Una donna, che 23 anni fa lavorava in un negozio di dischi a Los Angeles, accusa il cantante dei Duran Duran, Simon Le Bon, di averla molestata sessualmente.
Non accenna a quietarsi l’onda lunga del #metoo: l’ultima protagonista salita agli onori delle cronache si chiama Shereen Hariri, una donna che 23 anni fa – nel 1995 – lavorava in un negozio di dischi a Los Angeles, dove i Duran Duran tennero un firmacopie. Di recente si è ricordata, e ha raccontato su Facebook, che in quell’occasione Simon Le Bon le ha «toccato il sedere» e «sfiorato i genitali», davanti a decine, se non centinaia, di fan e a molti fotografi.
Shereen spiega la sua mancata reazione all’epoca dicendo: «Avevo paura di muovermi, avevo paura delle conseguenze, ed ero molto arrabbiata che lui facesse una cosa del genere. Si comportava con assoluta sicurezza e disinvoltura». Per ora non intende sporgere denuncia, anche perché il suo avvocato le avrebbe comunicato che non ci sono gli estremi per farlo, ma pretende che il cantante si scusi con lei.
«Ho deciso che era arrivato il momento. Non volevo più tenere per me questo segreto. Voglio che tutti sappiano quello che mi ha fatto quell’uomo. Spero lo ammetta pubblicamente, che si scusi con sua moglie e con le sue figlie. Spero che a loro non capiti quello che il loro padre ha fatto succedere a me», ha detto ancora la Hariri.
Il cantante dei Duran Duran ha reagito con fermezza: «Il comportamento di cui mi accusa la signora Hariri sarebbe stato per me inappropriato e inaccettabile allora, come lo è oggi. L’accusa è, semplicemente, falsa. Quando la signora Hariri mi ha contattato alcuni mesi fa, le ho proposto di incontrarci di persona per chiarirci. Invece lei ha deciso di pubblicizzare la vicenda… Non posso scusarmi per qualcosa che non ho fatto».