Economia e società

Settore moda in ginocchio: “Nessuna equità fiscale con piattaforme online”

Gabriel, Federmoda Venezia: "Noi invisibili al Governo, serve equità fiscale con l’online". Negozi chiusi per Covid, persa la stagione. Ventimila rischiano di non riaprire

Il calo delle vendite nel 2020 è a doppia cifra e pesante in particolare a Venezia, che dal Carnevale in poi ha visto il crollo dei suoi migliori clienti: giapponesi, russi, americani, arabi e cinesi. Natale poteva portare una boccata d’ossigeno, ma il lockdown delle feste ha messo in ginocchio il settore moda: il caldo maglione sotto l’albero, quest’anno, se è arrivato, proviene quasi sicuramente da una piattaforma online.

A lanciare l’allarme ora è il presidente della Federazione Moda Italia di Venezia e del Veneto, nonché membro della giunta nazionale del comparto, aderente a Confcommercio, Giannino Gabriel.

Le parole di Giannino Gabriel

“Un incremento c’è stato solo per le vendite online, in particolare quelle che entrano dall’estero e spesso spinte da un mercato estero esentasse e da una concorrenza sleale. Qui, ancora una volta, ci sentiamo di chiamare in causa il Governo: certo, non basta tassare le piattaforme online, l’imposta si dovrebbe applicare direttamente sul valore delle consegna, in modo che pesi fiscalmente quanto pesa nel nostro scontrino. E non basta nemmeno la nostra buona volontà nel rendere disponibili nei nostri negozi nuovi servizi di vendite online e consegna a domicilio: ci vuole equità fiscale, dobbiamo poter combattere ad armi pari”. Giannino Gabriel, presidente della Federazione Moda Italia di Venezia e del Veneto.

Le richieste per risollevare il settore della moda

Gabriel conferma le richieste all’esecutivo per rendere competitivo il settore moda in Italia, fiore all’occhiello del Paese. “Abbiamo chiesto un credito d’imposta del 30% per le rimanenze di primavera e per tutta risposta il Governo ci ha chiusi per Covid, così non abbiamo venduto un capo, né visto il credito d’imposta. La botta finale è stata la chiusura dei negozi di abbigliamento e calzature la vigilia di Natale. Evidentemente a Roma non ci vedono, siamo considerati dei fantasmi”.

Le previsioni per i prossimi anni

Una ripresa ora è ipotizzabile solo nel secondo semestre 2021: intanto però sono molti i negozi che si vedranno costretti a chiudere, non riuscendo più a pareggiare le spese, pagare gli affitti e produrre utili, con le banche sempre più restie, in queste condizioni, a concedere credito.

La previsione dunque è amara. “Perderemo 50 mila posti di lavoro su 310 mila complessivi i fatturati caleranno di 20 miliardi di euro e su un totale di 115 mila negozi, circa 20 mila non riapriranno”. Prosegue Giannino Gabriel.

L’invito è quello di privilegiare i negozi di fiducia del paese

A soffrire saranno anche le vie del lusso, i negozi di alta moda, soprattutto in centro storico a Venezia, ma anche nelle altre province venete. “Ai consumatori chiediamo di privilegiare i negozi di fiducia, quelli sotto casa: dopo il dramma vissuto, restano attive molte promozioni e i saldi di fine gennaio. Poi speriamo che il nuovo anno sia meno restrittivo per la categoria, che ha sempre rispettato e continuerà a rispettare tutte le precauzioni nell’applicare ogni misura e i presidi sanitari previsti, a garanzia del nostro personale e di tutti i consumatori”. Conclude Giannino Gabriel.

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