Luigi Gandi: “E’ necessaria la presa in carico di una diversa mentalità. Mettiamo il cacciatore al centro di questo controllo sociale. La caccia se ben strutturata è utile”
Sergio Berlato e l’equilibrio naturale
Sergio Berlato: “In tutto il mondo l’attività venatoria è considerata, come uno strumento utile e spesso indispensabile per garantire l’equilibrio del patrimonio faunistico.
Certo, qualcuno obietta, ma in natura? C’è sempre un equilibrio naturale sì, ma l’equilibrio naturale a volte avviene nell’arco dei secoli.
Noi abbiamo la possibilità, attraverso le nostre conoscenze di natura tecnico scientifica, di mantenere sempre questo equilibrio.
Se i numeri non sono contenuti
Se c’è un’eccessiva presenza di cinghiali, per fare un esempio sul nostro territorio, e se questi cinghiali non vengono contenuti nel loro numero, la presenza eccessiva di cinghiali comporta devastazione. Non solo a danno delle colture agricole, ma a danno dell’intero ecosistema.
Quindi bisogna fare in modo che ci sia un equilibrio attraverso dei piani di gestione e di contenimento, che garantiscono appunto l’equilibrio tra le varie specie di fauna selvatica.
Se ci sono troppi corvi sul territorio, la prima conseguenza è che purtroppo se questi corvi non vengono contenuti nel loro numero, è che c’è la scomparsa di tutte le specie piccole avi, fauna, la cinciallegra, il colibrì rosso, il cardellino e tante altre specie. Erano molto presenti sul nostro territorio storicamente e non ci sono quasi più, proprio perché un’eccessiva presenza di corvi e di gazze distruggono tutti i nidi piccoli.
Bisogna ecco intervenire non per distruggere la specie dei corvi, o delle cornacchie o delle gazze, ma unicamente per contenerne il numero e garantire all’esistenza nel nostro territorio anche delle specie di piccola fauna. E’ una cosa naturale che viene affrontata in tutto il mondo.
L’eccessiva ideologia
E qui un approccio eccessivamente ideologico nel nostro paese da parte del mondo animale ambientalista, ha condizionato fortemente le Istituzioni. Tanto da portare le Istituzioni ad emanare norme che non garantiscono la corretta gestione del patrimonio e la salvaguardia degli abiti naturali.
Magari per salvare una nutria o salvare una salamandra o un corvo si corre il rischio di non garantire adeguate azioni sul territorio. Azioni che possono comportare anche poi conseguenze molto gravi sia per l’economia che per le costruzioni.”
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