Sequestrati dalla guardia di finanza di Venezia su ordine della procura veneziana 60 tir vecchi e inquinanti. Questi stavano per essere caricati in una nave nel porto commerciale di Marghera, diretta verso i porti del Nord Africa.
L’esportazione era illegale, in termini tecnici dumping ambientale, in quanto non si possono vendere mezzi non in regola con le leggi europee sull’ambiente.
I finanzieri hanno notato al porto la presenza insolita di un grande numero di autoarticolati. Indagando, hanno scoperto che i requisiti per l’esportazione venivano attestati in modo fittizio da un’agenzia di pratiche auto con sede in Piemonte, su richiesta di persone prevalentemente di origine straniera che richiedevano l’attestazione per l’esportazione.
Frode a danno dell’ambiente
Il titolare dell’agenzia inoltre, avendo trovato ostacoli presso gli uffici del PRA (Pubblico Registro Automobilistico), avrebbe forzato l’iter ricorrendo ad una procedura di emergenza.
Il fenomeno delle esportazioni illegali dei veicoli usati dà due vantaggi. Il primo è di risparmiare i costi per adeguare i camion agli standard europei. Il secondo è quello di ottenere un profitto, approfittando di Paesi poveri che non richiedono standard di sicurezza, pur di avere mezzi a buon mercato. Il tutto a danno dell’ambiente.
Le ditte proprietarie dei tir con sede nelle regioni del Nord-Est sono accusate di frode.