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San Servolo svela le storie delle donne rinchiuse per follia

L'isola di San Servolo che un tempo ospitava un manicomio apre le sue cartelle e rivela le storie tristi e incredibili di 10 mila donne ricoverate nell'istituto dal 1900 al 1950.

Gli archivi non servono per rimanere segreti. L’isola di San Servolo che un tempo ospitava un manicomio apre le sue cartelle e rivela le storie tristi e incredibili di 10 mila donne ricoverate nell’istituto dal 1900 al 1950. L’apertura è in programma il 4 marzo al 16 aprile e non a caso l’iniziativa prende il via nel mese della celebrazione della giornata della donna, e vuol far riflettere sulla condizione dell’altra metà del cielo, sempre molto difficile in tutte le epoche. Il progetto è frutto di due anni di ricerche.

Il significato del progetto: le parole di Maria Cristina Turola

Del progetto parla la psichiatra Maria Cristina Turola. “La mostra nasce da una domanda molto frequente, che è -quante donne erano ricoverate? Ma davvero così tante?- Sì, erano tantissime e l’idea è quella di dare un impatto emotivo. Cioè, passando per questo corridoio così lungo e anche così adatto a questa cosa, si passerà attraverso un bosco di foglie, e quindi di donne.”

Ogni scheda corrispondente alle donne segregate contiene la storia della loro vita, delle cure sopportate e delle loro emozioni attraverso ricordi e disegni. Per ogni donna ci sarà una foglia con il nome, la data d’ingresso e gli anni trascorsi. “Abbiamo decido di rappresentarle ognuna con una foglia in cui è riportata l’età che avevano quando sono entrate al manicomio, il nome, perchè in realtà era la loro unica proprietà e il numero di giorni che hanno trascorso al manicomio che per alcune, per molte, è stata tutta la vita.

L’archivio di San Servolo

L’archivio dell’isola è di proprietà della città metropolitana veneziana. Si trova nella parte monumentale dell’isola ed è uno dei più antichi e ricchi archivi manicomiali, essendo istituto rimasto attivo per 260 anni, ed è disponibile alla consultazione.

Luigi Armiato, responsabile dell’archivio di San Servolo, ci spiega “Questo archivio è un  grande cervello, ma con una memoria che non è come la nostra, che ogni tanto si perde, si ricorda tutto. L’importante è andare a ripescare queste memorie e bisogna venire a consultarlo.” Ci svelerà, inoltre, altri due primati. “(Il manicomio ha ospitato) Il più antico ‘pazzo’ italiano ricoverato in un manicomio nel 1725. Un altro primato: è stato il primo ospedale psichiatrico chiuso dopo la legge 180, esattamente 3 mesi dopo il 13 agosto del 1978.”

Maria Cristina Turola ci dice inoltre che quasi tutte le storie che lei ha letto durante l’apertura delle cartelle sono tristi, ma la voglia di raccontarle non manca di certo. “Speriamo che questa mostra sia l’inizio di un percorso ulteriore.”

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