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Ripercussioni economiche: senza russi aumentano i sacrifici delle imprese

Cresce la paura per la stretta economica che sta assumendo contorni sempre più onerosi per le imprese italiane e Venete. L'Italia in queste ore è dichiarata paese ostile della Russia ed è scattata la corsa contro il tempo per rendersi indipendenti dal gas russo

L’Italia è stata inserita in queste ore nella lista stilata dal governo russo dei paesi ostili. Questo significa che gli imprenditori russi pagheranno agli stranieri i loro debiti con rubli, valuta il cui valore sta precipitando. Il paese e il Veneto si interrogano sulle ripercussioni economiche che un simile provvedimento avrà sull’economia delle imprese venete. GUARDA ANCHE: Rifugiati Ucraini: il Veneto ne attende 50mila

Ripercussioni economiche: aumento di elettricità e gas

A partire da aprile si stima un aumento del 20% della bolletta dell’elettricità e del 2% per il gas. Fino a questo momento le misure contro Mosca toccano 440 imprese che fatturano quasi 7 miliardi e mezzo di euro. A tal proposito il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha dichiarato che il prezzo dell’energia deve scendere del 50%. Solo così le grandi aziende potranno produrre semilavorati per le società medio-piccole, in particolare di carta, vetro e acciaio, settori molto attivi anche nel Veneto.

Riduzione della dipendenza dal gas russo

Va aggiunto che le imprese della regione hanno già vissuto disagi legati alle sanzioni durante la guerra per l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 e avevano già spostato i loro interessi su altri fronti. Ora un simile meccanismo sarà adottato dal governo anche per quanto riguarda il gas.

Oggi, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, e Ursula Von Der Leyen, la presidente della Commissione europea, per mettere a punto un piano volto alla riduzione della dipendenza dal gas russo.

L’incognita del settore turistico

Intanto, il settore turistico durante le vacanze di pasqua non potrà contare sugli introiti portati dai russi e rimane, così, l’incognita del destino di alberghi acquistati da oligarchi russi a Venezia, Jesolo e Abano Terme.

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