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Rigoletto in manicomio, secondo Damiano Micheletto

Sono sempre un evento molto atteso le opere con la regia di Damiano Michieletto. È così anche per il Rigoletto di Giuseppe Verdi in scena al Teatro la Fenice fino al 10 ottobre. Questa volta l'ambientazione della vicenda non è alla corte del duca di Mantova bensì in una clinica psichiatrica vediamo

Rigoletto. Questo amatissimo titolo del grande repertorio giungerà per la prima volta in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam.

In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano, coadiuvato dallo scenografo Paolo Fantin, dal costumista Agostino Cavalca e dal light designer Alessandro Carletti, ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il buffone di corte è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, uno specialista del repertorio quale è Daniele Callegari. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro La Fenice il 29 settembre, 1, 2, 3, 5, 7, 8, 9 e 10 ottobre 2021. La recita di sabato 2 ottobre 2021 sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3.

Il Rigoletto a Venezia

Rigoletto esordì al Teatro La Fenice l’11 marzo 1851. Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma storico di Victor Hugo “Le Roi s’amuse”, l’opera giunse sulla scena dopo una serie di vicissitudini legate alle interdizioni della censura, che riteneva inaccettabile il ruolo negativo attribuito a un sovrano, indecoroso il soggetto ed empia la maledizione.

L’entusiasmo di Giuseppe Verdi

Verdi era entusiasta della pièce di Hugo, «è il più gran soggetto e forse il più gran dramma de’ tempi moderni. Tribolet è creazione degna di Shakespeare!». L’autore riuscì a portare in scena il lavoro incontrando subito il favore del pubblico, anche se non quello della critica, disorientata dall’eccentricità del testo.

Prima opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ con “Il trovatore” e “La traviata”, l’opera segna una svolta nell’evoluzione artistica di Verdi. Lo stesso personaggio di Rigoletto, buffone ma triste, rancoroso e provocatore ma dolorosamente afflitto, dipinto da Verdi in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana, rappresenta una vistosa eccezione in un panorama operistico che distingueva con molto maggior rigore fra misera abiezione e immacolata virtù.

Proprio dalla necessità di potenziare la caratterizzazione del personaggio principale muove il rinnovamento operato dalla drammaturgia verdiana intorno a convenzioni radicate: «Cortigiani, vil razza dannata» è l’esempio memorabile che sancisce la nascita di una nuova voce per il melodramma italiano,
quella ‘spinta’ del baritono verdiano, dal potente declamato.

Rigoletto secondo Damiano Micheletto

“Al centro di questo progetto sta il rapporto tra un padre e una figlia”, spiega il regista Damiano Michieletto. “Di tutti gli elementi che si possono sottolineare in una lettura registica di Rigoletto, quello che ho scelto come motore di tutta la storia è la maledizione, che è anche il titolo originale dell’opera e viene ripetutamente evocata fino alla fine. La maledizione si collega al fatto che Rigoletto scopre di essere responsabile della morte della figlia. Il piano che lui ha ordito per uccidere il duca gli si ritorce contro e provoca la morte della sua amata Gilda. Quindi lui si sente colpevole di aver distrutto l’unica cosa preziosa che aveva nella sua vita. Mi sono chiesto che reazione può provocare in un uomo una tragedia come questa. In più l’uomo in questione vive in una condizione di estrema solitudine, non ha parenti né amici, ha solo questa figlia sulla quale riversa tutte le sue attenzioni in maniera morbosa.”

“La consapevolezza di essere causa della sua morte produce in lui la perdita di qualsiasi possibilità di tornare a essere quello che era prima, alla vita precedente, che peraltro lui odiava con tutto se stesso. Odiava il duca, così come detestava la sua condizione di idiota o buffone che dir si voglia. E dunque provoca in lui la follia: rivive tutta la storia come una sorta di lungo flashback. L’impostazione dunque è questa: tutta la vicenda è vista dal punto di vista di Rigoletto, che ricorda con l’ossessione di una mente malata questa tragedia di cui si sente responsabile. Non riesce a liberarsi del senso di colpa che lo opprime e perde ogni contatto con la realtà diventando per così dire il buffone di se stesso. È come se, pur respirando ancora, non fosse più vivo ma solo il fantasma di quello che era stato”, aggiunge.

Una maledizione

«Il tema della maledizione ricorre con insistenza”, commenta il direttore d’orchestra Daniele Callegari. “Lo si avverte durante tutto il percorso che conduce al finale. Insiste sul ‘pedale’ di do. Tutti coloro che vi hanno a che fare presentano una scrittura scura, a cominciare da Monterone, che la introduce e che guarda caso è un basso. Ma è la tinta predominante di Rigoletto a essere scura, è sufficiente pensare al duetto tra Sparafucile e il protagonista. La mia intenzione, vista anche l’impostazione forte e marcata della regia di Damiano Michieletto, è di darne una lettura moderna e contemporanea. Se ci si basa, come io faccio abitualmente quando dirigo un’opera di Verdi, sul materiale dell’edizione critica, fuoriesce maggiormente la verità verdiana, e ci si discosta dalle puntature di tradizione”.

Il cast di Rigoletto

Nel cast di Rigoletto alla Fenice figureranno in alternanza i tenori Ivan Ayon Rivas e Marco
Ciaponi nel ruolo del duca di Mantova; i baritoni Luca Salsi e Dalibro Jenis in quello di Rigoletto e
i soprani Claudia Pavone e Lara Lagni in quello di Gilda. Mattia Denti sarà Sparafucile; Valeria
Girardello, Maddalena; Carlotta Vichi, Giovanna; Gianfranco Montresor, il conte di Monterone;
Armando Gabba, Marullo; Marcello Nardis, Matteo Borsa; Matteo Ferrara, il conte di Ceprano;
Rosanna Lo Greco, la contessa di Ceprano.

Gli artisti del Coro del Teatro La Fenice, Emanuele Pedrini e Umberto Imbrenda, si alterneranno nel ruolo dell’usciere di corte, Sabrina Mazzamuto e Francesca Poropat in quello del paggio della duchessa. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

Rigoletto sarà proposto con soprattitoli in italiano e in inglese.

Gli orari

Nove recite:

  • Mercoledì 29 settembre 2021 ore 19.00
  • Venerdì 1 ottobre ore 19.00
  • Sabato 2 ottobre ore 19.00
  • Domenica 3 ottobre ore 15.30
  • Martedì 5 ottobre ore 19.00
  • Giovedì 7 ottobre ore 19.00
  • Venerdì 8 ottobre ore 19.00
  • Sabato 9 ottobre ore 19.00
  • Domenica 10 ottobre ore 15.30

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