Da anni a Mestre ci si interroga sull’ex emeroteca di via Poerio. La proposta del Monsignor Bernardi di buttare giù l’edificio, ha suscitato molto clamore popolare. Renato Boraso, Assessore alla Mobilità e Infrastrutture stradali del comune di Venezia spegne la polemica: la demolizione porterebbe conseguenze non indolori dalla Corte dei conti e delle burocrazie ordinarie.
Polemica sull’ex Emeroteca
“E’ un palazzo importante della città di Mestre, a ridosso del Duomo. Esiste da tanti anni e noi siamo rispettosi della volontà del consiglio comunale che ha indicato di mettere a bando questo immobile. Il piano terra è destinato a una attività commerciale sul settore ristorativo, la parte superiore ad attività e corsi legati al mondo della cultura enogastronomica”.
Posizione vantaggiosa
“Abbiamo un palazzo pubblico importante. Capisco e comprendo le esigenze del parroco. Ho grande rispetto del monsignor Bernardi, che è persona importante e punto riferimento della città di Mestre. Ovviamente questa valutazione potrebbe avere un senso se la struttura fosse fatiscente, decadente e privo di valore. Oggi abbiamo un immobile importante, stimato tra i 3 e i milioni di euro.
Il consiglio comunale ha indicato di mantenerlo in vita dando questo indirizzo. Io sono rimasto esterrefatto. Dichiarazioni e boati di consiglieri comunali di un certo spessore – che io stimo e apprezzo – che si sono lanciati con. “il parroco ha ragione, buttiamo giù”. Buttiamo giù che cosa? Facciamo un bel referendum. Di obbrobri ne abbiamo degli altri”.
Funzioni diverse
“Sulle funzioni diverse: qui ci sono degli organi. Si riporti la discussione in consiglio comunale. Si può anche decidere di convertire quell’immobile a destinazione residenziale: ma cosa significa? Significa fare una variante urbanistica, il consiglio comunale vota e trasforma la destinazione. Bisogna essere seri e parlare con i fatti e documenti.
E’ vero, ci sono stati due bandi negativi a cui nessuno ha partecipato. Probabilmente, se si fa un altro bando sarà l’ultima occasione. E’ evidente che se anche un terzo bando andasse deserto, questo bene non è attrattivo sotto il profilo commerciale. E chiaro che, a quel punto, bisognerà studiare un’altra destinazione con un taglio diverso”.
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