La Voce della Città Metropolitana

Ex Emeroteca, Renato Boraso: no all’abbattimento

C'è un edificio che ha bisogno di un intervento di restauro e che è stato al centro di un dibattito in queste settimane che ha diviso la città: si tratta dell'ex Emeroteca di via Poerio. Il parroco del Duomo di San Lorenzo ne ha proposto perfino l'abbattimento. Ne parliamo con Renato Boraso, assessore alle infrastrutture del comune di Venezia che ha proposto un referendum

Da anni a Mestre ci si interroga sull’ex emeroteca di via Poerio. La proposta del Monsignor Bernardi di buttare giù l’edificio, ha suscitato molto clamore popolare. Renato Boraso, Assessore alla Mobilità e Infrastrutture stradali del comune di Venezia spegne la polemica: la demolizione porterebbe conseguenze non indolori dalla Corte dei conti e delle burocrazie ordinarie.

Polemica sull’ex Emeroteca

“E’ un palazzo importante della città di Mestre, a ridosso del Duomo. Esiste da tanti anni e noi siamo rispettosi della volontà del consiglio comunale che ha indicato di mettere a bando questo immobile. Il piano terra è destinato a una attività commerciale sul settore ristorativo, la parte superiore ad attività e corsi legati al mondo della cultura enogastronomica”.

Posizione vantaggiosa

“Abbiamo un palazzo pubblico importante. Capisco e comprendo le esigenze del parroco. Ho grande rispetto del monsignor Bernardi, che è persona importante e punto riferimento della città di Mestre. Ovviamente questa valutazione potrebbe avere un senso se la struttura fosse fatiscente, decadente e privo di valore. Oggi abbiamo un immobile importante, stimato tra i 3 e i milioni di euro.

Il consiglio comunale ha indicato di mantenerlo in vita dando questo indirizzo. Io sono rimasto esterrefatto. Dichiarazioni e boati di consiglieri comunali di un certo spessore – che io stimo e apprezzo – che si sono lanciati con. “il parroco ha ragione, buttiamo giù”. Buttiamo giù che cosa? Facciamo un bel referendum. Di obbrobri ne abbiamo degli altri”.

Funzioni diverse

“Sulle funzioni diverse: qui ci sono degli organi. Si riporti la discussione in consiglio comunale. Si può anche decidere di convertire quell’immobile a destinazione residenziale: ma cosa significa? Significa fare una variante urbanistica, il consiglio comunale vota e trasforma la destinazione. Bisogna essere seri e parlare con i fatti e documenti.

E’ vero, ci sono stati due bandi negativi a cui nessuno ha partecipato. Probabilmente, se si fa un altro bando sarà l’ultima occasione. E’ evidente che se anche un terzo bando andasse deserto, questo bene non è attrattivo sotto il profilo commerciale. E chiaro che, a quel punto, bisognerà studiare un’altra destinazione con un taglio diverso”.

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