Sanità Eccellente per Tutti

Sanità pubblica è in crisi: parla il dottor Riccardo Szumski

Ospite di questa puntata di "Sanità Eccellente per Tutti" condotta da Luigi Gandi è il Dottor Riccardo Szumski, medico di base che ci riporterà la sua esperienza su quello che funziona e che non funziona e che è da riformare nella sanità.

Ospite di questa puntata di “Sanità Eccellente per Tutti” condotta da Luigi Gandi è il Dottor Riccardo Szumski, medico di base che ci riporterà la sua esperienza su quello che funziona e che non funziona e che è da riformare nella sanità pubblica.

In programma per le prossime settimane ci saranno delle dirette in cui verrà ristabilito il contatto con il pubblico. Chiediamo perciò a tutti coloro che volessero testimoniare la propria esperienza con la sanità Veneta, di mandare una mail all’indirizzo sanita@televenezia.it oppure di chiamare o mandare un SMS al numero 041 931514.

I problemi che devono affrontare i medici

Tutti parlano di sanità attraverso gli uffici stampa controllati. “Il cittadino non riesce più a fare pervenire quello che non va e quello che va e i propri bisogni.” Il Dottor Szumski concorda con l’opinione del conduttore, affermando che non bisogna propagandare che non ci sia nulla che non vada. Globalmente, c’è stata una stagione lunghissima che non è ancora finita dei tagli alla sanità, e questi riguardano anche la formazione dei medici.

“Il numero chiuso di medicina, al di là di selezionare le figure che devono fare la carriera, ha determinato un risparmio.” Questo risparmio è stato garantito anche dalla riduzione delle specializzazioni e delle borse di studio per fare il medico di medicina generale. “Adesso, all’ultimo momento, vista la carenza, le hanno allargate ma per esempio anche in Veneto erano minori rispetto a quelle che c’erano in Emilia Romagna. […] Sono 15 anni che dico ‘guardate che resteremo senza medici’ e ahimè si è verificato.”

Le problematiche della sanità pubblica

Szumski sostiene che non c’è più appetibilità nemmeno per fare la carriera del medico in quanto, oltre alle ragioni citate prima, i turni negli ospedali pubblici sono stressanti e le rimunerazioni comportano la scelta di andare verso il privato, dove il guadagno è pressappoco lo stesso ma si “vive meglio”.

“I medici di medicina generale li stiamo trasformando in burocrati, anzi li abbiamo già trasformati in burocrati; vogliamo fare l’accorpamento di queste case di comunità, queste medicine associate, in cui si allunga la distanza con il paziente. Il paziente oggi può trovare il proprio medico che ha scelto, ma non ha un rapporto privilegiato come c’era una volta.”

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