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Polizia Municipale: routine la resistenza all’arresto dei pusher

La tensione in crescita tra le bande di spacciatore e la polizia a Mestre. Durante un arresto mercoledì un gruppo di pusher ha cercato di liberare il loro complice. La polizia municipale chiarisce: “da tempo gli arresti avvengono in questo clima, è routine"

La città di Mestre si interroga il giorno dopo la reazione di un gruppo di spacciatori in difesa di un loro complice arrestato dalla polizia municipale in Via Cappuccina. Con graffi e spintoni i pusher hanno cercato di liberarlo davanti i testimoni ai quali è parso di assistere ad un episodio straordinario indicatore di un salto di qualità nei rapporti di forza tra pusher e polizia a favore dei primi.

A sentire il dirigente operativo della polizia municipale di Venezia che coordina queste azioni, Gianni Franzoi, in realtà è stata normale routine.

Gianni Franzoi

“Ieri è successo un episodio di resistenza che si è verificato già altre volte. Il personale è preparato ed è riuscito a fronteggiare adeguatamente la situazione. Questi spacciatori sono sotto pressione da tempo. Pressione nostra come polizia locale senz’altro, sotto pressione delle forze di polizia dello stato e quando sono sotto pressione reagiscono in questa maniera.”

Lo spacciatore dopo l’arresto è stato portato davanti al giudice monocratico. Aveva precedenti ed è stato condannato a 8 mesi di carcere.

Dal 2018, da quando cioè la polizia di stato ha sgominato la banda di nigeriani che aveva messo in piedi uno spaccio a livello regionale in via Monte San Michele, a ridosso della stazione ferroviaria, qualcosa a Mestre è cambiato.

Non la vendita di sostanze stupefacenti che è tornata dopo poche settimane da quegli arresti, ma l’atteggiamento dei gruppi di spaccio, meno invasivo. E così è cambiato anche l’atteggiamento della polizia, che invece di concentrare gli sforzi su poche e radicali retate, punta su singoli e frequenti operazioni di disturbo che alzano inevitabilmente la tensione.

Polizia Municipale e di Stato: presenza più puntuale e intensa

“Quella banda di soggetti nigeriani dediti all’attività di spaccio aveva modi di stare su strade estremamente invasivi. Avevamo risse e regolamenti di conti anche in pieno giorno. Tutto questo è cambiato nel senso che la banda è stata sgominata dall’attività della squadra mobile in primis. Quelli che sono subentrati in questa attività sul territorio hanno modalità di esercizio delle loro attività criminali meno impattanti. Infatti, i regolamenti dei conti che prima erano all’ordine del giorno, adesso sono merce molto rara. C’è stato un cambio di dinamiche. Adesso noi e tutte le altre forze di polizia dello stato, sul fronte dello spaccio siamo una presenza molto puntuale e intensa. L’attività repressiva è sicuramente ai massimi livelli esplicabile e attuabile sul territorio. Continuiamo così.” Conclude Franzoi.

“Non interveniamo mai in meno di 10 agenti tra uomini in divisa e in borghese per un arresto”, ci ha spiegato il dirigente Franzoi, “sapendo perfettamente”, ha aggiunto, “di incontrare sempre la resistenza degli spacciatori che mal sopportano la pressione.”

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