Una Voce Forte

Pista da bob di Cortina: polemica eco-demagogica?

Controversie sull'abbattimento del bosco per la nuova pista da bob alle Olimpiadi invernali 2026 suscitano dibattito sull'impatto ambientale e l'utilità della struttura, sollevando proteste e critiche

In questa puntata di “Una Voce Forte”, il conduttore Riccardo Cecconi si occupa della questione relativa alla creazione della pista da bob prevista per le Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026.

Opinioni contrastanti sull’abbattimento del bosco per la nuova pista da bob in vista delle prossime Olimpiadi invernali

In vista delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, è stata presa la decisione di abbattere un bosco di larici per costruire la nuova pista da bob.

La pista sorge sulle castellature di quella realizzata nel 1936, la cui costruzione è stata portata avanti fino agli anni ’50. Attualmente, questa costruzione prevede un costo che si aggira tra gli 81 e i 94 milioni di euro e prevede, inoltre, l’abbattimento di circa 500 alberi in un’area di 2 ettari di foresta.

La decisione di rivoluzionare il territorio per la costruzione della pista ha portato ad alcune polemiche. Alcuni abitanti l’hanno definito “stupro della montagna”; per altri, invece, queste nuove infrastrutture aiuterebbero a valorizzare Cortina e ad aumentare il suo prestigio.

A tal proposito è intervenuto Giancarlo Gazzola, attivista di Mountain Wilderness Italia. Sostiene che le Olimpiadi stiano diventando un problema a livello generale. Proporre la pista da bob lo definisce uno scempio sia a livello ambientale sia per quanto riguarda la parte più strettamente economica. Anche perchè si presuppone che questa pista non riesca ad essere completata nei tempi previsti (marzo 2025).

Il Comitato Olimpico sosteneva ci si dovesse servire di una pista già esistente e funzionante, caratteristiche non riscontrabili nel progetto corrente. Infatti, la pista utilizzata nel 1956 non ha una struttura compatibile all’utilizzo, tanto che poco fa era stata avviata una procedura di abbattimento.

Gazzola definisce questo abbattimento un danno a livello storico in quanto territorio che era stato riconosciuto come area di archeologia sportiva.

Le prospettive future e il bilancio ambientale

Il percorso previsto sarà simile a quello della precedente pista ma verrà ampliato perchè i bob moderni hanno bisogno di più spazio. Proprio per questo motivo, i larici sono stati abbattuti.

C’è da sottolineare, però, che questi alberi erano stati fondamentali in passato. Erano piante secolari molto alte che permettevano di proteggere il terreno dai raggi del sole, evitando così lo scioglimento degli stessi. Tra i progetti futuri, ci sarebbe quello di piantare nuovi alberi. Non saranno mai, però, paragonabili a quelli presenti prima. Le motivazioni sono riconducibili sia al fatto che tutte le piante previste, a causa della compensazione del CO2, non saranno concentrate interamente nel territorio abbattuto. Inoltre, saranno alberi giovani, quindi fisicamente meno prestanti rispetto a quelli alti e imponenti presenti prima.

L’attivista di Mountain Wilderness Italia ribadisce, inoltre, che sarebbe stato possibile evitare questo abbattimento, ma solo a patto di rinunciare al progetto della pista di bob. D’altronde a pochi km da Cortina sono presenti ben 2 piste funzionanti. Per il capriccio di qualche politico, ci troveremo con la struttura della pista ma senza infrastrutture ausiliari come bar, tribune o strade di collegamento.

Una pista da bob che non dà nessun valore aggiunto, anzi

Si tratta di un danno ambientale e di un’enorme spesa di denaro pubblico che sarà sicuramente superiore rispetto a quella preventivata. Inoltre, se la pista dovrà essere tenuta attiva dopo le Olimpiadi, verrà data in carico al comune di Cortina che, per mantenerla funzionante, dovrà pagare circa 1 milione e 400 mila euro all’anno detraendoli dai cittadini.

Non ci sarà nessun valore aggiunto, gli atleti che utilizzano le piste da bob sono veramente pochi. Le conseguenze saranno molteplici. Il Comitato Olimpico Internazionale finirà per portare le gare all’estero e ci ritroveremo con un paesaggio distrutto e una pista inutilizzata.

Gazzola conclude poi dichiarando che ci sono in programma altre iniziative e proteste contro la pista da bob. È importante far presente ai cittadini che ci sono dei politici che stanno buttando denaro pubblico per nulla.

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