La Voce della Città Metropolitana

Pellicani: Il Mose non è ancora finito. Salta l’alta velocità Padova – Bologna

Ancora difficoltà nel progetto MoSE con la paura per il prossimo autunno, ne parliamo con Nicola Pellicani

L’ospite di oggi è Nicola Pellicani deputato del Pd, che in queste ore ha denunciato la decisione di Trenitalia di non investire nell’alta velocità Padova – Bologna tagliando fuori Venezia dal collegamento veloce con Roma e Milano. Abbiamo colto l’occasione di parlare con lui anche dei fondi del Mose che non arrivano con il rischio di non far alzare le paratoie in novembre.

Venezia fa da apripista per Italia in questo CoViD?

“Finalmente si può riprendere un po’ di vita normale, ci mancavano questi appuntamenti culturali come questo della Biennale. C’è un clima di ripresa e normalità nelle attività culturali che mi pare un bellissimo segnale”, ha detto Nicola Pellicani.

Si parla delle casse vuote del Consorzio Venezia Nuova, a novembre avremo i soldi per alzare il MoSE?

“Tutti in giro per il mondo son convinti che il MoSE sia finito ma in verità siamo ad un passo dalla conclusione dei cantieri ma si è impiantato tutto.

Il Consorzio ha le casse vuote, le imprese sono sull’orlo del fallimento e i lavori son fermi da mesi. Questo è il paradosso perché ci sono i soldi stanziati dal governo che però non riescono arrivare a Venezia.

Stiamo facendo un lavoro tra il Parlamento e le istituzioni veneziane per smobilitare i 538 milioni che devono essere trasferiti a Venezia per far ripartire i cantieri.

C’è un problema riguardante il passato perché le imprese non sono state pagate per lavori pregressi effettuati. Il commissario liquidatore ha proposto alle aziende un rientro dei crediti dovuti dal Consorzio ma solo il 30% di quanto avanzano, ovviamente irricevibile come proposta”.

Le aziende sono lì per guadagnare effettivamente

“È una situazione che sta andando avanti da molto tempo in cui si sta cercando di capire i motivi. Il Consorzio ha anche dei crediti verso il Provveditorato delle Opere Pubbliche che come sapete è l’organismo che rappresenta il Ministero delle Infrastrutture a Venezia e sovrintende tutti gli interventi sulla laguna. Oggi c’è stato un altro incontro per sbloccare tutte le risorse necessarie per saldare almeno una parte”.

Com’è possibile che tutti avanzino soldi?

Tutti sono in credito di soldi, dalle aziende allo Stato (committente) che sostiene di aver pagato dei soldi per lavori fatti male. Ma perché tutti avanzano soldi, persino lo Stato?

“Alla base c’è la questione che dopo lo scandalo del 2014 il Consorzio è stato gestito da due commissari  nominati dal governo e l’ENAC per completare l’opera – ci riferisce Pellicani – . In realtà, si sono trovati una situazione compromessa e producendo pochi progetti e lavori, per poi vantare crediti nei confronti del Provveditorato alle opere pubbliche. Inoltre, le poche risorse che arrivavano erano impiegate per far fronte alle spese di funzionamento del consorzio, a cominciare dagli stipendi di oltre 250 persone.”

“Quindi arrivavano troppi pochi soldi, ma questo perché avvenivano pochi lavori. Troppo pochi per far progredire le aziende e pagare le spese del Consorzio e anno dopo anno si è formato questo grosso debito.”

Come se ne esce?

“Bisogna uscirne con l’impiego di tutti – dice il deputato -, a partire dal Governo che deve essere protagonista per risolvere questo nodo anche perché i lavori devono partire e non finiranno sicuramente per la data prevista del 31 dicembre. Questo anche perché a Venezia per luglio è previsto il G20, per il quale era prevista una dimostrazione del sollevamento delle paratoie del MOSE. E’ chiaro che non è pensabile di fare una esibizione del genere, che anche potrebbe essere vanto per il nostro paese, con le aziende sull’orlo del fallimento”.

Le paratoie continueranno ad essere alzate a 130cm o a 110cm?

“In teoria dovrebbero partire da 110cm – ci conferma Pellicani -. Per ora, le paratoie sono state alzate a 130 considerando che questa è ancora una fase di sperimentazione e di lavori non ultimati. Una volta ultimato, si tornerà a 110 cm.”

Alta velocità Vicenza-Padova e Bologna-Padova

E’ notizia recente che solo la tratta di alta velocità Vicenza-Padova sarà eseguita.

“Ho fatto una interrogazione al Governo – riferisce -, chiedendo sul nodo del collegamento mancante di alta velocità fra Padova e Vicenza e soprattutto sul buco fra Bologna e Padova per cui inspiegabilmente non è prevista nemmeno l’introduzione dei binari dell’alta capacità. Il Governo ha risposto che è previsto un ammodernamento tecnologico della linea tramite investimenti. Ma non parla di alta velocità. Ma così si penalizza una delle aree più vitali del paese e si penalizza Venezia che, nonostante il suo profilo internazionale, sarebbe uno dei pochi capoluoghi di regione a non avere un collegamento diretto ad alta velocità fino a Roma. Non si capisce perché anche perché la zona è pianeggiante e quindi non ci sono nemmeno particolari impedimenti strutturali.”

Attualmente infatti, viaggiando verso Roma, una volta arrivati a Padova si dimezza la velocità fino a Bologna.

C’è la possibilità che si sblocchi?

“Noi del PD faremo di tutto – dice -, ma su questo anche le altre forze politiche sono tutte impegnate per convincere il Governo e le Ferrovie a prevedere alta velocità anche in questo tratto.”

E per quanto riguarda i fondi del Recovery?

“Per ora no – afferma – , anche perché le risorse del Recovery devono essere spese entro il 2026 e non essendoci ancora nemmeno delle progettazioni difficilmente si potranno avere entro il 2026 un opera costruita”

E’ stata approvata la leggi per le grandi navi?

In merito alla questione, queste le parole del deputato: “La settimana scorsa è stato approvato il decreto Venezia, un percorso per cercare di risolvere alla radice il tema del passaggio delle grandi navi per il bacino di san marco, ma ci vorrà tanto perché ci tratta di un concorso di idee per un porto off-shore (quindi, al di là della laguna) che sia utilizzabile per le grandi navi, turistiche e commerciali”.

5 o 10 anni?

“Bisogna aspettare di vedere quali siano i progetti – continua -. Ma nel frattempo non si può rimanere fermi, anche perché dal prossimo 5 giugno cominceranno a transitare nuovamente le navi. Non saranno tante quante prima del covid, però già dalla prossima stagione devono essere pronte le misure provvisorie per il transito delle navi (il canale nord di Marghera dove far arrivare le navi di peso superiore a 40 tonnellate)”, conclude Nicola Pellicani.

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