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Ordine pubblico: richiesti 2 milioni per la sicurezza

Per garantire l’ordine pubblico nei seggi Roma chiede a Venezia 2 milioni di euro, il costo della consultazione sale a 16 milioni

Una spesa di 2 milioni di euro è stata notificata alla Regione del Veneto come spesa aggiuntiva per garantire l’ordine pubblico durante il referendum.

Servono 4100 uomini della polizia nazionale per sorvegliare l’andamento della consultazione, lavoreranno per tre giorni, sabato e anche lunedì e devono mangiare. Il ministero dell’interno ha fatto quattro conti e li presentato a Luca Zaia il conto.

Il governatore del Veneto il 5 settembre scorso ha firmato un’intesa con il prefetto di Venezia in cui il ministero dell’interno garantiva l’ordine pubblico e la Regione.

La Regione sosteneva le spese degli atti, degli stampati e alle spese del ministero dell’Interno, ma nessuno ha pensato all’ordine pubblico.

“Mai – è stata la reazione di palazzo Balbi – il Viminale non si è fatto pagare per la vigilanza ai seggi neanche per i referendum per la fusione dei Comuni.

Se l’avessimo saputo avremmo fatto una gara, magari con dei vigilantes privati per spendere di meno”. Insomma la richiesta è vissuta come un colpo basso, l’ultima sorpresa nel tentativo di ostacolare fino all’ultimo l’apertura dei seggi.

Luca Zaia considera anche l’intesa Stato-Emilia Romagna un altra manovra pilotata da Roma, per rendere inutile il referendum. L’accordo – si dice a Venezia – è acqua fresca rispetto alle istanze del Veneto.

“L’Emilia Romagna chiede le stesse risorse di Trento e Bolzano, ossia i nove decimi delle imposte e tutte le 23 materie. Quello che ha chiesto l’Emilia il Veneto ce l’ha già.”

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