Cronaca

Natalino Boscolo uccise la moglie di botte: condanna a 30 anni

Ci si interroga su come intervenire sulla cultura che istiga ai femminicidi. L'uomo che ha ucciso di botte la moglie a Cavarzere è stato condannato a 30 anni e ora ricorrerà in appello.

Dovrà scontare trent’anni di carcere per aver ucciso di botte la moglie. Una condanna esemplare, l’hanno definita la zia e la sorella della vittima, anche se hanno lamentato che lui, Natalino Boscolo Zemello, di 36 anni, ha continuato a guardarle con aria di sfida durante la lettura della sentenza.

Il corpo martoriato

Quando i carabinieri sono arrivati a Cavarzere in via Regina Margherita alle 5,45 dell’8 agosto del 2018, hanno trovato le tracce di un massacro. Sangue ovunque, sulle pareti, nelle stanze, nel bagno. Maila Beccarello, 37 anni, era senza vita davanti alla porta d’ingresso martoriata dalle percosse.

L’autopsia e l’arma del delitto

L’autopsia del dottor Antonello Cirnelli ha rivelato che l’uomo ha usato un bastone o una spranga e anche un coltello. L’uomo durante l’istruttoria ha sempre raccontato di aver colpito Maila con due schiaffi e un pugno facendola cadere a terra. “Un bugiardo patologico” – riporta la perizia psichiatrica del dottor Carlo Schenardi – “non è riuscito a contenere la rabbia anche a causa dell’uso massiccio di sostanze stupefacenti”. Lo ha definito capace di intendere e volere , ma caratterizzato da affettività piatta, incentrato su se stesso, senza nessun senso di pietà per la vittima.

La pena

Zemello ha evitato l’ergastolo perché ha usufruito dello sconto di un terzo della pena. Aveva chiesto il rito abbreviato, dovrà anche risarcire 165 mila euro ai famigliari di Maila, una provvisionale che rischia di rimanere simbolica, visto che ‘uomo non possiede beni su cui rivalersi.

Natalino Boscolo

I due si erano trasferiti a Cavarzere da poco: l’uomo stava scontando gli arresti domiciliari, un anno e 8 mesi per estorsione e violenza privata. Durante le indagini è emerso il suo carattere violento e l’esistenza di un clima di terrore in casa a cui la moglie non aveva saputo reagire; non lo ha mai denunciato. Eppure in paese, ma anche fuori, le voci dicono altro: non era la prima volta, l’aveva già picchiata. Maila era disoccupata, cresciuta a Santa Maria di Sala e in seguito aveva cambiato residenza diverse volte. Lui è originario di Chioggia. L’avvocato della difesa ha annunciato che presenterà appello.

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