Il nuovo Piano di Sanità Pubblica presentato da Zaia

Il Piano di Sanità individua cinque indicatori di rischio, individuati sul numero di posti letto Covid-19 occupati in terapia intensiva.

La Regione Veneto presenta il nuovo Piano di Sanità Pubblica suddiviso in cinque fasi.

Nuovo Piano di Sanità Pubblica

Di seguito i punti cardine del nuovo Piano di Sanità Pubblica per affrontare la fase autunnale della pandemia da Covid-19. È presentato dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso dell’appuntamento odierno alla Protezione Civile, a Marghera, per fare il punto sull’evoluzione della malattia.

Il nuovo Piano individua cinque indicatori di rischio (verde, azzurro, giallo, arancione e rosso) individuati sul numero di posti letto Covid-19 occupati in terapia intensiva e sulla relativa necessità di garantire posti letto sufficienti per l’erogazione di tutti gli altri servizi ospedalieri.

Le cinque fasi

La fase verde si identifica con una situazione che veda occupati da 0 a 50 posti letto Covid-19 e prevede l’utilizzo di posti letto isolati in ospedali hub & spoke. Viene preservata l’attività ordinaria in modo diffuso in ogni ospedale e non viene sospesa alcuna attività, salvo un eventuale ritardo nelle prestazioni programmate.

La fase azzurra (quella in cui si trova oggi il Veneto con 61 ricoverati in terapia intensiva) si ha quando i posti letto di terapia intensiva Covid-19 occupati sono da 51 a 150. In questo caso, si prevede l’attivazione di posti letto aggiuntivi negli ospedali hub & spoke e l’attivazione parziale di posti di terapia intensiva del Centro Regionale Urgenza Emergenza. Si preserva l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke e si riorganizza l’attività ordinaria con eventuale sospensione (o ritardo) dell’attività programmata.

La fase gialla scatta da 151 a 250 posti letto di terapia intensiva occupati e prevede l’attivazione dei Covid-Hospital; quella progressiva dei posti di terapia intensiva del Centro Regionale Emergenza Urgenza e quella di posti aggiuntivi ordinari e subintensivi. Viene preservata l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke e l’attività ordinaria e di emergenza negli hub. E’ prevista una riduzione dell’attività ordinaria nei Covid hospital con trasferimento delle attività d’urgenza.

La fase arancione scatta tra 251 e 400 posti letto di terapia intensiva Covid-19 occupati e prevede anche l’utilizzo di posti letto ricavabili da sale operatorie nei Covid Hospital. In questo caso l’attività ordinaria è preservata solo negli ospedali hub, mentre scatta una parziale riduzione di attività negli ospedali spoke.

Infine la fase più critica, la fase rossa, che scatta al di sopra dei 400 posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19. In questo caso si utilizzeranno posti letto, anche a coorte, negli hub. L’attività di emergenza sarà preservata negli ospedali hub, mentre sarà sospesa anche negli hub l’attività ordinaria.

Le fasi sono:

L’attivazione delle singole fasi avviene a livello provinciale, tenendo in considerazione anche quanto emerge dai Piani di Attivazione Aziendali che i Direttori Generali predisporranno entro il 31 ottobre prossimo.

Le parole di Zaia

“Questo Piano, non solo definisce un’organizzazione sanitaria e ospedaliera modulare sulla base di parametri certi, chiari e scientificamente fondati ma ha anche il pregio di sgomberare il campo da una certa confusione comunicativa.

Essa mette in crisi la gente, perché fondata sulla diffusione di numeri fini a sé stessi spesso avulsi dal contesto, e sulla divulgazione di opinioni personali, legittime sì, ma pur sempre solo opinioni.

Noi, invece, non abbiamo un’opinione, non siamo né ottimisti né catastrofisti. Ci affidiamo ai dati scientifici e su questi abbiamo fondato la nuova programmazione per fronteggiare il Covid-19 nel periodo autunnale.”

Obiettivo principale

“L’obiettivo principale è evitare che gli ospedali si riempiano di pazienti Covid-19 fino a rendere impossibile l’erogazione delle cure per gli altri malati. Tracciare i contatti con la massima accuratezza possibile, preparare una rete ospedaliera elastica da attivare a seconda della situazione, rafforzare l’assistenza domiciliare a chi non necessita di ricovero, proseguire nella strategia degli isolamenti dei positivi asintomatici, di quelli non gravi e dei contatti a rischio.

L’abbiamo fatto e lo faremo. Ma serve l’apporto di tutti, per cui rinnovo con forza l’appello ai veneti perché usino sempre le mascherine, pratichino la disinfezione frequente della mani e rispettino la distanza sociale e le altre norme comportamentali di prevenzione”.

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