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Referendum costituzionale: c’è chi dice no. Parla Luciano Falcier

L'opinione dell'onorevole Luciano Falcier sul referendum del 20 e 21 settembre 2020.

Il referendum costituzionale è stato indetto per fare in modo di respingere od approvare la legge dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”.

L’onorevole e già senatore Luciano Falcier, che si è sempre schierato per il no, ci spiega la sua motivazione.

Le parole di Luciano Falcier

“L’esito era prevedibile, se si pensa che all’ultima votazione al senato, il 97% delle persone votò si.

Di conseguenza un 30% che vota no, è un grande risultato, anche se la sostanza non cambia e il numero di parlamentari sarà ridotto da circa 900 a 600.”

Una riflessione amara

“Una riflessione amara è che, da molti anni, non si fa altro che chiedere e ottenere la riduzione del numero degli eletti.

Si sono ridotti il numero dei consiglieri comunali, dei consiglieri provinciali, quelli regionali e adesso tocca ai parlamentari.

Non si parla mai di ridurre il numero dei nominati, dei dirigenti sindacali, dei dirigenti ministeriali, dei magistrati, degli insegnanti e di tanti altri che sono nominati.

Quindi è stata una vittoria dell’anti politica, è stata una vittoria di chi è contro il parlamento.

Gli eletti

Chi ha promosso il referendum era ed è certamente contro la politica, contro gli eletti e contro le elezioni di qualsiasi tipo.

Tentiamo conto di ripartire dal 30%, che sono quelle persone che hanno ritenuto di ragionare, pensare e riflettere.  L’esito del referendum, come tutte le consultazioni, va certamente rispettato tenendone conto anche per il futuro.”

“Il fatto che si riduca il numero degli eletti, onestamente, non  si porta più ad alibi che c’è una riduzione di spesa, perché era già stato chiarito che la spesa riducibile era dallo 0,012 allo 0,006 quindi una inezia.

L’obiettivo

Il vero obiettivo non era certamente la riduzione della spesa, ma la riduzione degli eletti e quindi certamente è un pericolo per la democrazia.

Ricordiamoci che la nostra costituzione è un complesso di norme, sistemi, cariche e ruoli. Noi abbiamo messo mano a uno di questi in parlamento, non si sa cosa accadrà in realtà per il futuro.

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