Le sue porte illudono e rivelano. Così realistiche nella loro raffigurazione, eppure così misteriose nel farsi soglia iniziatica di un altrove che è soltanto nella nostra mente. Nicola Tenderini ha scelto di raccontare Venezia, secondo una procedura estremamente efficace, ovvero la parte per il tutto.
Nicola Tenderini, pittore
“Allora, non è stata una scelta dettata da un momento in poi. E’ stato un evolversi di decisioni. Era sempre un soggetto che era inserito all’interno delle mie vedute veneziane, però ad un certo punto mi sono interessato in alcuni soggetti di approfondire queste porte che vedevo nelle calli, che vedevo nei canali, nelle rive d’acqua. E sono diventate ad un certo punto anche il soggetto dei miei dipinti,” ha spiegato il pittore.
Nato come acquerellista, Nicola Tenderini qui usa invece la tecnica ad olio per rendere al meglio i segni del tempo, la corrosione, la decadenza. La sua pittura acquista, così, una straordinaria forza materica.
La tecnica di pittura
“Non volevo rappresentare la porta solo da un punto di vista estetico, in maniera superficiale. Volevo addentrarmi nei materiale con cui era costruita, nelle screpolature del legno, le vernici che si alteravano alla luce del sole, e quindi acquistavano un altro tipo di colorazione.
Anzi, all’interno di pochi centimetri c’erano diverse tonalità dello stesso colore. E quindi le osservavo quasi da un punto investigativo, nel senso che entravo a capire dove si usuravano i metalli, e quindi la loro ossidazione. Mi piaceva rappresentare, attraverso il colore, i vari materiali. E questo era uno studio che ho portato avanti già un po’ di anni,” ha spiegato Tenderini.
“Io sono nato come acquerellista, e lo faccio da quando ho finito il liceo. E’ una tecnica che mi ha avvicinato subito, e l’ho portata avanti in tutti questi anni. Però, ad un certo punto, ogni tanto sentivo il bisogno di cambiare i materiali, cambiare i pennelli, cambiare le superfici.
Volevo essere un po’ più puro e addentrarmi in maniera più realistica, quasi iper-realistica, per rappresentare i dettagli. Il mio sguardo si riduceva e cercavo di entrare sui dettagli dei riflessi delle barche, dei canali, di tutti quegli elementi che abbiamo attorno tutti i giorni. Quindi ho voluto usare l’olio per rappresentare le materie in diversi materiali.”
La mostra “Inconsapevole Bellezza” di Nicola Tenderini è a cura di Lisa Balasso e Paolo Rosa Salva, ed è promossa da Arte e Design Venezia, e da galleria ADmore. Si può vistare a Venezia fino al 28 agosto alla FontegoArt Gallery nel sestiere di Dorsoduro.