Economia e società

“A Natale fai un regalo alla tua città”: appello dei commercianti ai Miranesi

Confcommercio e Comune: «Regali nel negozio sotto casa una scelta morale». Nonostante le difficoltà, botteghe e amministrazione comunale garantiranno le luminarie

Con questo slogan i commercianti di Mirano lanciano l’iniziativa per queste feste ormai alle porte. Il Covid impedirà di organizzare in piazza le iniziative degli ultimi anni, quando Mirano era una delle città dove più si sentiva il calore e l’atmosfera delle feste di Natale.

Natale a Mirano

Grazie proprio all’impegno dei commercianti, la piazza ovale era diventata negli anni una tappa fissa per gli amanti dei mercatini di Natale. Quest’anno mancherà molto questa atmosfera, perché le restrizioni e, soprattutto, il buon senso chiedono di non creare occasioni di assembramento.

Ma i commercianti, assieme all’Amministrazione comunale, non si son persi d’animo. Garantiranno, nonostante le difficoltà del momento, le luminarie e l’addobbo delle vetrine, che dunque anche quest’anno illumineranno Piazza Martiri e le vie del centro storico, compresa via Gramsci.

Confcommercio

“E’ uno sforzo soprattutto per quelle attività che da mesi patiscono chiusure, limitazioni e un conseguente cospicuo calo d’affari. Ci sentiamo però legati alla città in cui lavoriamo e abbiamo deciso di impegnarci per garantire un po’ di calore in queste feste, che sappiamo essere difficili per tutti. Sappiamo che non potremo vivere la piazza come vorremo, trovarci in centro per scambiarci gli auguri, acquistare prodotti tipici del periodo con i tradizionali mercatini delle feste, ma per questo vogliamo comunque dare un messaggio: noi ci siamo. Lavoriamo per quanto ci è concesso e rimaniamo aperti per garantire in questa piazza, nelle vie del centro e dei quartieri, praticamente tutte le categorie merceologiche che possono servire per gli acquisti di Natale”.

E’ il momento di aiutare il commercio, acquistando in una delle tante botteghe della piazza, dei quartieri e delle frazioni di Mirano. Da evitare sono gli acquisti online o nei centri commerciali, da questo dipende la sopravvivenza delle attività.

Ennio Gallo

“Non lasciamoci affascinare dalle piattaforme online, dobbiamo avere ognuno la capacità di indirizzare le nostre scelte e le conseguenze che queste avranno per il nostro stesso futuro”.

Da un lato, ci sono i marchi esteri con sede in paesi che fanno dumping fiscale verso altri stati, non pagano le tasse in Italia. Questi si prendono il nostro mercato e soprattutto non contribuiscono a mantenere accese le luci dei nostri paesi. Inoltre, aggiunge Gallo, questi fanno circolare mezzi per le consegne con il conseguente aumentare traffico e inquinamento.  Anche a causa di quintali di imballaggi costringono a sostenere costi di energia per produrli e smaltirli.

Dall’altro lato ci sono piccoli negozi di concittadini che, oltre ad essere stati i soli a garantire la sussistenza delle nostre comunità durante i mesi critici della pandemia, continuano nonostante le difficoltà a mantenere accese le luci del paese dove viviamo, a pagare le tasse per garantire la sussistenza del nostro paese, servizi sanitari compresi. Assicurano, oltretutto, una socialità che oggi, chiusi in casa, ci accorgiamo essere la cosa che più ci manca.

“Quello che chiediamo a chi farà acquisti in questo Natale è di mettere le due cose sul piatto della bilancia: ogni cittadino dovrebbe valutare quale delle due cose è più utile all’interesse generale e assicurerà un futuro migliore non solo alle sue tasche, ma anche al paese e al quartiere dove vive”.

Per Cristian Zara, assessore alle Attività produttive e Commercio del Comune di Mirano:

“Per tanti anni, in collaborazione con Confcommercio, abbiamo garantito un clima natalizio senza eguali, permettendo a tutte le nostre famiglie di immergersi in un’atmosfera quasi fantastica: quest’anno, oltre alle luminarie che andranno a coprire un’area ancora più vasta del nostro centro storico ed un nuovo bellissimo albero, chiediamo davvero che a rendere ancora più bello il Natale possano essere i nostri concittadini, facendo vivere i nostri negozi, affinché, anche in questa situazione di restrizioni, possiamo trovare tutti delle opportunità di ripartenza. Restituiamo un po’ di quello che per anni abbiamo ricevuto”.

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