Economia e società

Natale all’insegna del risparmio a Venezia: i consumi rimangono pigri

Nel centro storico lagunare prosegue l'eco negativa dell'acqua alta dello scorso Novembre

Le prime stime sull’andamento dei consumi di Natale  nell’area metropolitana di Venezia e Rovigo, elaborate dai dati del Centro Studi Confederale di Confcommercio, non si discostano significativamente dal trend nazionale e confermano un approccio, rafforzatosi nel più recente decennio, improntato a cautela e sempre più sensibile all’incertezza. Per Venezia Centro Storico continua l’eco dell’acqua alta dello scorso novembre, causa del blocco di prenotazioni alberghiere ed escursioni, nonostante la città e le sue attività economiche (ricettive, di servizio e commerciali) abbiano reagito immediatamente, tornando operative da alcune settimane: se non vi sarà un’inversione di tendenza, lo shopping legato al turismo potrebbe comprimersi anche di un terzo.

Festeggiamenti più “sobri” nell’ultimo decennio

In generale, lo scenario complessivo non sembra discostarsi da quello del 2018: la spesa media pro capite per i regali di Natale non dovrebbe allontanarsi dalla media registrata nell’ultimo quinquennio, fermandosi a quota 169 euro con una leggera flessione rispetto ai 172 euro dello scorso anno.

Il dato più significativo è però il confronto con un decennio fa: una pesante contrazione (-30,7% dal 2009), quando a fine anno la spesa si aggirava mediamente sui 244 euro pro capite. Guardando al sentiment dei residenti nella Città Metropolitana di Venezia, si ritiene che le festività di fine anno saranno improntate alla sobrietà: meno del 40%, infatti, riesce ad essere più ottimista; bisogna tornare a prima del 2012 per vedere un sorriso più convinto, quando cioè le percentuali erano invertite. Comunque la speranza prevale: l’86,9% dei cittadini confida che quest’anno metterà almeno un regalo sotto l’albero.

Commercianti indeboliti dallo shopping online

Ai consumi di fine anno sarà destinato il 67,5% della tredicesima mensilità (+1,4% rispetto all’anno scorso, considerati i consumi complessivi di dipendenti, pensionati e liberi professionisti), attestandosi complessivamente, poco al di sotto dei 1.300 euro per famiglia (dipendenti e lavoratori autonomi compresi). Attenzione però: anche i veneziani hanno imparato a diventare esperti navigatori dello shopping on line. Infatti, ancor più che i parchi commerciali è lo shopping on-line a registrare le migliori performance: gli acquisti in negozi di vicinato e centri commerciali segnano, infatti, un -2,46% rispetto all’anno scorso (-7,2% in dieci anni).

Inevitabile è fare i conti anche con gli effetti anticipatori del Black Friday (non esaltanti per i negozi tradizionali come invece lo sono stati per lo shopping on-line): su base annua, nel mese di dicembre si concentreranno l’11,6% degli acquisti di abbigliamento, il 13% di elettrodomestici, il 12,3% di informatica e telefonia mobile. Complessivamente si può dire che il 10,4% dei consumi quest’anno si concretizzerà a ridosso delle festività natalizie, in linea con il 2018, ma leggermente al di sotto, ad esempio, del Natale 2012.

La tredicesima aiuta ma non basta

Della tredicesima mensilità, il 17% circa sarà destinato, anche per i cittadini metropolitani a pagare tasse (ICI/IMU, Tasi, bollo auto, canone Rai) con un incremento di 1,4%. “I dati confermano che non basta una tredicesima un po’ più generosa (+2,13%) per spingere i consumi – commenta il Presidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Massimo Zanon – Anche i veneziani, in linea con i concittadini di tutto il Bel Paese, confermano un atteggiamento prudente e che le aspettative sono segnate dalla paura di ulteriori possibili oneri e dalla pressione fiscale ancora deprimente: come dare loro torto, visto che le tasse in un decennio sono volate al +9,7%?” Conclude: “Confcommercio è impegnata in questi giorni a seguire la Legge di Stabilità; occorrono scelte coraggiose per far ripartire il Paese: una riduzione della pressione fiscale percepita davvero dalle famiglie, ma anche una politica decisamente meno schizofrenica, che ridia serenità ai cittadini; bisogna dare certezze ad imprese, professionisti ed esercenti, non provvedimenti come l’abolizione della cedolare secca per gli immobili commerciali. Il Natale 2020 è solo tra un anno…”.

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