Alla Galleria di Palazzo Cini di Venezia, la mostra Lyda Borelli primadonna del Novecento, curata da Maria Ida Biggi è un evento alla riscoperta della figura dell’attrice
L’immagine di Lyda Borelli è sicuramente quella di una femme fatale, con i suoi occhi socchiusi, lo sguardo languido e la bocca protesa, è sensuale e spregiudicata.
Tra il 1909 e il 1918 fu la diva italiana più amata e ammirata, un modello da imitare per la sua eleganza e il coraggio di osare. Fu infatti una delle prime ad indossare i pantaloni e fu capocomica con ruoli decisionali nella sua compagnia. Figlia d’arte, calcò il palcoscenico fin da bambina. Prima a teatro, poi il cinema con 13 film di enorme successo.
Questa mostra è stata allestita in quella che fu la dimora veneziana di Lyda Borelli, ovvero Palazzo Cini a San Vio. Questo perché fu la prima moglie del conte Vittorio Cini, che cercò in tutti i modi di cancellare il suo passato da artista.
Giovanni Alliata di Montereale, nipote della Borelli, ci mostra ciò che è stato riunito tra documenti, fotografie, abiti e molto altro, legati ad una delle più affascinanti interpreti italiane del primo Novecento.
