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Mestre, un’altra aggressione nel pronto soccorso

Il pronto soccorso dell'ospedale dell’Angelo di Mestre è stato nuovamente teatro di violenze, evidenziando una crescente emergenza che colpisce le strutture sanitarie italiane

Aggressioni in pronto soccorso: ennesimo episodio all’Ospedale dell’Angelo di Mestre.

SOS pronto soccorso

Non si arrestano le aggressioni nei pronto soccorso italiani. L’ultimo episodio si è verificato questa mattina presso l’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove i sanitari si sono trovati a fronteggiare un altro atto di violenza.

Un senzatetto cinquantenne, affetto da una patologia psichiatrica, ha lanciato una sedia contro il vetro della guardiola, mostrando anche uno scalpello da carpentiere. L’uomo, di nazionalità straniera e anglofono, si trovava nella struttura dall’una e mezza della notte.

Questo non è stato un caso isolato. Pochi giorni prima, domenica 24 novembre, un altro cinquantenne, stavolta irlandese e in evidente stato di ebbrezza, ha distrutto gli otto grandi monitor dell’androne dell’ospedale. Anche lui ha cercato di forzare la guardiola, lanciando oggetti contro le vetrate.

La denuncia della UIL

Le aggressioni nei presidi ospedalieri stanno diventando un drammatico fenomeno quotidiano.

Roberto Toigo, segretario regionale della UIL, ha espresso solidarietà al personale ospedaliero e ha denunciato l’escalation di violenze: “È una situazione che ormai sta andando fuori controllo. Succede in tutti gli ospedali d’Italia. Da parte della UIL, massima solidarietà a chi lavora in questi contesti difficili e sta dando l’anima per salvare vite umane.”

Toigo ha inoltre sottolineato l’urgenza di misure concrete da parte delle istituzioni: “Chiediamo più controlli, maggiore presenza delle forze dell’ordine e una maggiore attenzione da parte dello Stato. Il mondo sta cambiando, e purtroppo, questo cambiamento porta a un aumento dell’aggressività, spesso rivolta contro chi si dedica con sacrificio alla cura della salute altrui.”

Un problema sistemico

Gli episodi di Mestre rappresentano solo la punta dell’iceberg di una crisi più ampia che investe il sistema sanitario. È necessario intervenire non solo con misure di sicurezza, ma anche affrontando le radici del problema: dalla gestione dei pazienti psichiatrici alla prevenzione delle situazioni di degrado e marginalità sociale.

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